La Costa Concordia galleggia
grazie ai cassoni veneziani

Sabato 19 Luglio 2014 di Gabriele Pipia
La Costa Concordia
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SPINEA - «Quella che stiamo completando è un'operazione di ingegneria navale senza eguali e senza precedenti. Siamo partiti da zero per arrivare ad ottenere grandi risultati. Sì, essere qui in prima linea è motivo di grande orgoglio». L'ingegnere Mario Scaglioni, di origine marchigiana ma trapiantato in Veneto dai primi anni Settanta, parla dalla cosiddetta «Control Room», la stanza dei bottoni da cui è stata coordinata l'ultima fase del recupero della Costa Concordia. Scaglioni è all'isola del Giglio da oltre dieci giorni e ci rimarrà fino alla partenza del relitto, poi si sposterà a Genova per aspettare ciò che resta della nave da crociera tragicamente distrutta nel gennaio 2012. Dalle acque del Tirreno l'ingegnere sta seguendo in prima persona questa mastodontica operazione, ma pochi sanno che tutto ciò è stato reso possibile proprio grazie ai calcoli e ai progetti elaborati nel suo studio di Spinea, nel Veneziano, dov’è cresciuta la nuotatrice azzurra Federica Pellegrini. È infatti proprio lì, alle porte di Mestre, che si trova la sede della società di progettazione navale "Spline Scrl". Il nome deriva da uno strumento molto tipico della progettazione navale, Mario Scaglioni figura come presidente e accanto a lui lavorano altri grandi esperti del settore come i veneziani Valter Cacco e Manlio De Rossi, assieme ai partner Enrico Ruschena e Simone Benvegnù.

La società è nata nel 1998 per occuparsi di progettazione e ristrutturazione di ogni tipo di imbarcazione, dai traghetti alle navi oceanografiche passando per yacht e navi da carico; da due anni e mezzo tecnici e ingegneri sono concentrati sull'operazione-Concordia. La Spline è infatti l'azienda che ha progettato i trenta cassoni riempiti di aria compressa e agganciati allo scafo, fondamentali lo scorso settembre per ruotare la nave e consentire di trasferirla nei prossimi giorni nell'area portuale di Genova dove sarà demolita. I tecnici di Spinea si sono occupati anche dello studio idrostatico per analizzare la galleggiabilità e la stabilità dello scafo della Concordia.

«Già da 10 anni lavoriamo con l'azienda Micoperi di Ravenna, che segue l'intervento assieme al colosso americano Titan, leader mondiale nel recupero di relitti - racconta Scaglioni, che ha 67 anni ed è arrivato in Veneto nel 1973 per collaborare con lo storico cantiere Breda di Porto Marghera -. La nostra proposta è risultata vincente perché garantiva la possibilità di portare via la nave in un unico pezzo e di ripristinare al meglio la zona di maggior impatto ambientale. Ci siamo occupati di tutto, dalla progettazione strutturale allo studio dell'investimento».

Il primo contatto con l'operazione-Concordia è stato nel febbraio del 2012, a poche settimane dall'incidente: «Abbiamo subito pensato a questi cassoni, compartimenti che servono a far galleggiare il relitto - prosegue l'ingegnere -. Ad aprile 2012 abbiamo firmato il contratto e ci siamo buttati a capofitto in un progetto tanto complesso quanto stimolante».

Il trasferimento della Concordia dal Giglio a Genova è previsto per lunedì o al massimo martedì, molto dipenderà dalle condizioni meteo e dalle ultime verifiche tecniche. Verifiche che ovviamente Scaglioni e i suoi uomini stanno seguendo passo dopo passo. Dopo oltre due anni e mezzo, la Costa Concordia lascerà l'isola del Giglio e tornerà a galleggiare da sola. Grazie proprio a quei grandi «salvagenti» pensati nel Veneziano.
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