VENEZIA - Presentata oggi la nuova giunta regionale del rieletto presidente Luca Zaia. Dopo i rumors e le fughe di notizie, finalmente si sono visti i volti degli assessori che insieme al governatore guideranno il Veneto per i prossimi cinque anni: due assessorati per le province di Vicenza, Verona, Padova e Treviso (considerando il presidente), mentre Venezia una sola poltrona. Un esecutivo di 10 membri, con età media di 45 anni, e tre donne.
Ecco i nomi
Venezia Gianluca Forcolin, ex deputato della Lega sarà il vicepresidente e assessore al bilancio
Treviso arrivano lo stesso Zaia e l'ex capogruppo della Lega Federico Caner, dato praticamente per certo già da tempo, seguirà i rapporti con il consiglio regionale e sviluppo (tra le altre, è spettata la nuova delega dell'attuazione del programma di governo),
Padova arrivano invece Roberto Marcato, ancora un leghista, dedicato al commercio e Giuseppe Pan (fra i non eletti) per l'agricoltura e pesca
Vicenza Elena Donazzan, eletta nelle liste di Forza Italia e riconfermata, seguirà lavoro e l'istruzione e Manuela Lanzarin, ex sindaco di Rosà destinata a no profit e flussi migratori
Verona riconfermato il leghista veronese Luca Coletto per la sanità (confermato alla sanità, a
cui sono stati affiancati i servizi sociali, facendo nascere l'assessorato al welfare) ed Elisa De Berti per i lavori pubblici e infrastrutture
Belluno Giampaolo Bottaccin (tra le deleghe: ambiente e specificità della provincia di Belluno)
Rovigo Cristiano Corazzari, ex consigliere regionale, per la cultura e lo sport (39 anni, il più giovane, assessore)
IL PROGRAMMA: LA PRIORITÀ È IL LAVORO
«Questa istituzione deve essere a fianco dei cittadini anche avendo opinioni diverse, dobbiamo pensare ai veneti mentre siamo chiamati a traghettare il Veneto da oggi fino al 2020».
Fondamentali per Zaia i quasi 1.400 milioni di euro di fondi che devono essere utilizzati per tutelare le imprese e creare così posti di lavoro e per questo ha lanciato anche la sfida di realizzare una banca del Veneto per evitare «le strumentalizzazioni - ha precisato - che vengono fatte dagli istituti che non danno credito». Attenzione, per Zaia, poi al turismo, la sanità e ulteriore bocciatura dell'eccesso di migranti mandati in Veneto «dove i veneti, che non sono razzisti, - ha concluso - sono pronti ad aprire le loro porte di casa, ma non nel modo con cui questo problema viene affrontato soprattutto quando emerge che la gran parte di loro non sono profughi e a fronte di una Ue che vede nel Mediterraneo un confine dell'Italia e non dell'Europa».