Lega, Alberto Stefani: «Mandati a vita? Per Zaia "solo" il quarto»

«Il Veneto ha già la legge di attuazione della norma statale, non si parte da zero»

Lunedì 15 Gennaio 2024 di Alda Vanzan
Lega, Alberto Stefani: «Mandati a vita? Per Zaia "solo" il quarto»

VENEZIA - Sul terzo mandato dei governatori è ancora stallo: la Lega insiste, gli alleati si dicono contrari. E intanto il deputato Alberto Stefani, autore della proposta di legge che tiene banco da Venezia a Roma, è costretto a chiarire: il provvedimento non prevede presidenti di Regione a vita.
Da Bari, dove ieri ha presieduto il congresso cittadino di Forza Italia, il presidente dei senatori forzisti, Maurizio Gasparri, è stato netto: «Forza Italia è contraria al terzo mandato per le grandi città e per le Regioni. Altro discorso è quello dei piccoli Comuni dove potrebbe esserci una continuità». Posizioni completamente diverse da quelle del presidente del Friuli Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga, che in una intervista alla Stampa, si è detto fiducioso: «Se si fa un ragionamento scevro da convenienze del momento, non vedo ostacoli perché in Parlamento si trovino i numeri per approvare il terzo mandato».
Ma i due articoli della proposta di legge dal deputato Stefani, che è anche segretario della Lega del Veneto e presidente della Bicamerale per il federalismo, sono stati scritti pensando a Luca Zaia o a Vicenzo De Luca? E cioè: è una legge ad personam solo per il governatore del Veneto o ancor di più per i presidenti di quelle Regioni, come appunto Campania o Liguria, che non hanno mai recepito la legge statale del 2004 che fissa a due i mandati consecutivi? Premesso che la legge base è la numero 165 del 2004, la proposta di Stefani punta a modificare una parola: anziché "secondo mandato", chiede che si scriva "terzo mandato".
Stefani ha previsto anche un articolo 2 che dice: "Le disposizioni della presente legge si applicano con riferimento ai mandati successivi alle elezioni effettuate dopo la data di entrata in vigore delle leggi regionali di attuazione".

Ora, il Veneto ha attuato la norma statale del 2004 nel 2012 con la legge numero 5 "Norme per l'elezione del presidente della giunta e del consiglio regionale". Lì, all'articolo 6, è specificato che "non può essere immediatamente ricandidato alla carica di presidente della giunta chi ha già ricoperto ininterrottamente tale carica per due mandati consecutivi", ma le disposizioni transitorie stabiliscono che le nuove norme "si applicano con riferimento ai mandati successivi alle elezioni effettuate dopo la data di entrata in vigore della presente legge". Nel 2012 Zaia era al primo mandato, il conteggio è partito così nel 2015 ed è per questo che nel suo caso si parla di quarto mandato. La domanda è: se la proposta di legge di Stefani venisse approvata e il Veneto facesse una nuova legge di attuazione, il conteggio partirebbe nuovamente da zero? Cioè Zaia potrebbe essere candidato altre tre volte? Nel 2025, nel 2030 e nel 2035?


LA POLEMICA
«Un proposta di legge ad personam con risvolti da fantascienza, grave questa condotta politica spregiudicata che punta a piegare le regole agli interessi personali», ha tuonato la capogruppo del Pd, Vanessa Camani. Al che Stefani ha chiarito: «Premesso che per quanto mi riguarda il limite dei mandati è sbagliato a prescindere, la proposta di legge, come dichiarato nelle premesse, è chiaramente orientata al limite massimo del terzo mandato, perché la legge regionale di attuazione della legge del 2004 c'è già in Veneto, è del 2012 ed è subordinata gerarchicamente alla legge nazionale».
Discorso a parte per la Campania che, non avendo una legge regionale di attuazione della norma statale del 2004, potrebbe non rispettare il limite dei due mandati. E, paradossalmente, se attuasse quella di Stefani, allora De Luca potrebbe candidarsi altre tre volte.

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