Software truccati, blitz alla Porsche
Otto indagati, tutto il cda

Mercoledì 2 Dicembre 2015
I controlli nella sede di Padova
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PADOVA - La Guardia di Finanza ha eseguito una serie di perquisizioni nella sede della Porsche Italia Spa di Padova. Le perquisizioni, che riguardano anche le abitazioni di alcuni soggetti iscritti nel registro degli indagati, sono state disposte dalla procura di Padova. Il reato ipotizzato dalla procura di Padova è frode nell'esercizio del commercio a carico di alcuni manager del gruppo
automobilistico. Al momento risultano indagati in otto: tutti i componenti del cda.

A CACCIA DI TRACCE DI SOFTWARE "TRUCCATI"
Le perquisizioni delle Fiamme Gialle, secondo quanto si apprende, sono finalizzate alla ricerca di documentazione, anche informatica, per verificare se nella produzione e nelle distribuzione in Italia di veicoli Porsche, siano stati installati nel sistema elettronico delle auto dei software in grado di determinare emissioni di gas diverse da quelli comunicati o risultati dai controlli.


COME LA VOLKSWAGEN
La vicenda ricalca le verifiche avvenute il 15 ottobre scorso presso le sedi italiane di Volkswagen e Lamborghini su iniziativa della procura di Verona in merito al caso "dieselgate" sulle emissioni di anidride carbonica. Porsche Italia, nel confermare la notizia, precisa che la società «sta collaborando con l'autorità giudiziaria come da indicazioni della casa madre» ribadendo che, «per quanto a sua conoscenza, non c'è alcun problema con i motori diesel delle vetture Porsche».

OTTO INDAGATI, ANCHE IL DIRETTORE GENERALE
Sono otto le persone iscritte nel registro degli indagati, tra cui componenti del cda, nell'inchiesta della procura di Padova e che ha portato stamani a delle perquisizioni nella sede di Porsche Italia, a Padova. Ci sono anche due trevigiani fra gli otto indagati: il direttore generale di Porsche Italia Pietro Innocenti, 47 anni di Treviso, e Luca Baldin, 42 anni di Montebelluna, direttore amministrativo e finanziario.

Sia Innocenti sia Baldin si sono già detti «completamente estranei alla vicenda». La prima perquisizione, iniziata alle 7 di questa mattina e conclusa intorno alle 15, è stata effettuata nella sede di Porsche Italia di Padova. Altre due perquisizioni sono state effettuate in Veneto, nella abitazioni degli unici due componenti del Cda di Porsche Italia residenti in Italia. Sequestrati svariati documenti cartacei e digitali. Compaiono comunque indagati, secondo quanto si è appreso, per falso in commercio tutti gli otto componenti del Cda.

LA CAYENNE NEL MIRINO
L'inchiesta padovana è partita dall'esposto presentato da una associazione di consumatori. L'associazione aveva sostenuto nell'esposto l'esistenza di una differenza tra le emissioni reali e quelle dichiarate da parte della casa tedesca, in particolar modo sul modello Cayenne.

L'ALTRA INCHIESTA
Nell'ottobre scorso, anche sulla base di un analogo esposto presentato in quell'occasione dal Codacons e relativo a presunte falsificazioni sui dati delle emissioni, la procura di Verona aveva invece aperto un'inchiesta disponendo una serie di perquisizioni, per l'acquisizione di documenti e pc, nella sede di Volkswagen Italia, nella città scaligera, e della Lamborghini, che fa parte del gruppo della casa automobilistica tedesca, nel bolognese. Nell'inchiesta scaligera risultano indagate sei persone, tra cui membri del Cda.

Ultimo aggiornamento: 19:18

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