Vendola in pensione senza vergogna, un’umiliante vicenda

Sabato 3 Ottobre 2015
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Caro direttore,

l'interesse per la politica ormai riguarda solo pochi e soltanto gli eletti. La gente comune si tiene ben distante. Si è tutti in po' schifati, fra tanto tuonare di "riforme" proprio nulla cambia. Solo e sempre tasse e balzelli, ad insidiare gran parte di stipendio o pensione. In tal modo popolo e ceto medio arrancano, le ingiustizie sociali, visibili a tutti, continuano ad insidiare il quieto vivere di ciascuno. Come non dover tener conto, prima di addormentarsi, dell'imminente acconto Irpef in arrivò a novembre, la Tasi a dicembre, il bollo auto e assicurazione a gennaio, nonchè del non meno oneroso tributo al commercialista, cioè di chi guadagna facendo da tramite fra Stato coercitivo e vittima predestinata. Rassegnarsi? Sembra proprio di sì. A meno che, utopia pura, non si compia il miracolo. Quale? La crescita? Troppo a lungo termine, comunque assai improbabile. Non rimane che un miraggio: una semplice sfilata di personaggi, bravi a parlare, ma non a dare l'esempio: "Mi sono dimezzato lo stipendio/pensione di parlamentare, assessore regionale, manager di Stato, di Presidente della Repubblica, di Corte di Cassazione, di magistrato, di quant'altro". Un atto dovuto, visto ciò che esiste intorno, il silenzio nel deserto, quello degli impotenti cittadini di fronte all'ingiustizia totale, senza che vi sia un Robin Hood a soccorrerli in qualche modo.




Aldo Martorano





Caro lettore,

il suo è lo stato d'animo di molti altri cittadini. Tuttavia non è mai giusto fare di tutta un'erba un fascio: tra le figure che lei indica ce ne sono certamente alcune pagate in misura eccessiva e ingiustificata, ma altre (penso ad alcuni magistrati ma anche a bravi manager pubblici) fanno un lavoro impegnativo per il quale ricevono uno stipendio certamente elevato rispetto alla media, ma adeguato alle loro capacità, agli studi compiuti, all'impegno e alle responsabilità loro richieste. A me, più che vedere improbabili sfilate di signori pronti a autoridursi lo stipendio, basterebbe non dover assistere a umilianti vicende come quella che, in questi giorni, vede per protagonista Nichi Vendola. Nemico giurato dei privilegi e dei vitalizi, il fu segretario di Sel ed ex consigliere regionale della Puglia, a soli 57 anni e 10 di contributi, va in pensione con oltre 5.600 euro al mese. Senza vergogna.

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