Eroina killer a due cugini di Barbarano Romano, il dramma raccontato in aula dai parenti

Mercoledì 24 Marzo 2021 di Maria Letizia Riganelli
Il Tribunale di Viterbo

Eroina killer a due cugini di Barbarano Romano, nei guai coppia di Blera. Il 28 giugno del 2014 Fausto e Adriano Fortuna vengono trovati morti.

I due cugini di 37 e 42anni, secondo quanto ricostruito, la sera prima avrebbero assunto insieme una dose fatale di eroina. 

A rispondere di queste morti una coppia di Blera. Una 36enne e un 43enne, difesi dall’avvocato Emilio Lopoi. Parti civili tutti i familiari delle due vittime, assistiti dagli avvocati Michele Ranucci e Paolo Pirani, ieri sostituito dal collega Enrico Valentini. La Procura contesta alla coppia di aver ceduto ai due cugini due dosi di eroina che avrebbero cagionato la morte per intossicazione acuta.

A raccontare in aula la tragedia il padre di Adriano e il fratello di Fausto Fortuna. «Ero appena tornato dalla Sardegna - ha raccontato il fratello di Fausto - e mi ha chiamato mia madre dicendomi che mio fratello non era tornato a dormire a casa. Era mattina presto e ho iniziato a chiamarlo al telefono ma era spento. Ho fatto un giro in paese e ho visto mio zio e mio cugino che correvano verso casa di Adriano. Li ho seguiti perché avevo capito che era successo qualcosa. Quando sono arrivato davanti casa ho visto mio zio con le mani nei capelli. Ho chiesto cosa fosse successo e mia ha detto: “Fausto e Adriano sono morti”. Sono entrato in caso e li ho visti. Erano stesi a terra, freddi».

Quando carabinieri e 118 arrivarono in via Garabaldi a Barbarano trovarono due cadaveri e due siringhe. L’autopsia confermò la morte. Forse una partita di eroina tagliata male. «Ho visto mio figlio l’ultima volta il pomeriggio prima della morte - ha raccontato il padre di Adriano - era davanti al bar. La mattina dopo dovevamo partire ma lui non rispondeva al telefono. Avevo la chiave di casa sua così sono andato a vedere e li ho trovati. Adriano non era un tossico, da ragazzo aveva fatto uso di stupefacenti ma ne era uscito».
Adriano era un agente della penitenziaria e nessuno sospettava facesse uso di eroina. Così come Fausto. «Era caduto nella droga da ragazzo - ha detto il fratello - ma poi ne era uscito. Non era tossico, si era fatto sporadicamente e io gli stavo dietro. Non potevo immaginare. Non so nemmeno chi gli abbia fornito la droga quella sera».

L’ultima persona a vederli in vita sarebbe stata una barista. «Erano al bar a fare un aperitivo insieme - ha spiegato in aula - poi verso le 20 se ne sono andati. Alla chiusura è tornato Fausto».

Ultimo aggiornamento: 20:18 © RIPRODUZIONE RISERVATA