Tra i banchi in cerca di droga, controlli dei carabinieri al liceo scientifico.
L’attività svolta dal Norm della compagnia di Viterbo rientra nel normale contrasto al fenomeno della droga specie tra i più giovani. Non c’è stata alcun allarme particolare per il liceo in questione. Da tempo, infatti, le forze dell’ordine controllano le scuole e gli spazi adiacenti agli istituiti meta prediletta di spacciatori piccoli e grandi. Lo stesso giorni infatti i carabinieri con l’unità cinofila hanno controllato anche le stazioni degli autobus, frequentati dagli studenti di tutta la Tuscia. Un’attività ordinaria e spesso con l’obiettivo di dissuadere i ragazzi dal consumo e dall’acquisto di stupefacente.
Sono infatti sempre di più i minori che vengono sorpresi con piccoli quantitativi di droga acquistati nei parchi cittadini o proprio nelle stazioni degli autobus. Il controllo al liceo scientifico del capoluogo è stato organizzato senza alcun allarme specifico e con tutta probabilità nelle prossime settimane saranno passati al setaccio altri istituti superiori e tutti gli altri luoghi frequentati dai giovani.
«Attività - spiegano dall’Arma - che rientrano nei servizi per la città». A non gradire il controllo a sorpresa dei carabinieri sarebbero stati alcuni genitori e in particolare Roberta Leoni (partito rifondazione comunista). «Sembrerebbe - scrive in una lettere - che le forze dell’ordine, con cani al seguito, abbiano fatto irruzione nell’aula di un liceo di Viterbo, in orario scolastico e nel bel mezzo di una lezione, per arrestare uno studente minorenne sospettato, a quanto pare, di detenzione e spaccio di stupefacenti. Cosa ha reso necessario un intervento di questo genere, con tanto eclatante dispiegamento di mezzi e modalità spettacolari? Qual è stata l’urgenza? Lo chiediamo non solo alle autorità e alle forze dell’ordine, ma anche al dirigente di quel liceo, che ha fatto sì che un’operazione che sembra tutto sommato di routine avvenisse dentro un’aula di scuola, sotto gli occhi di insegnanti studenti e personale. Perché non aspettare la fine delle lezioni? Perché non fuori dall’edificio scolastico (come avviene di solito in questi casi)?».