Il countdown è iniziato ma le incertezze restano ancora molte.
“Bene ha fatto il provveditore – è la premessa dell’intervento di Fortunato Mannino, segretario della Cisl – a richiamare l’attenzione sulla necessità che i ragazzi tornino a scuola in presenza. Per centrare l’obiettivo, è utile un tavolo in Prefettura con il presidente della Provincia, l’ufficio scolastico, Asl e vertici Cotral per non farsi trovare impreparati alle riapertura dell’anno scolastico”.Il rischio temuto dai sindacati è proprio quello che il sistema non sia pronto per ripartire a settembre.
“La didattica a distanza – continua Mannino – ha mostrato tutti i suoi limiti soprattutto in un territorio come la Tuscia dove la connessione non è garantita ovunque. Inoltre, fare lezione da remoto non mette gli studenti nelle condizioni di fare del loro meglio”. Quindi, il richiamo alle istituzioni e alla politica. “La scuola è uno dei pilastri su cui investire. Occorre attivarsi subito per garantire una rete di trasporti adeguata ma anche – conclude – far sì che studenti e professori siano consapevoli dell’importanza di sottoporsi ai vaccini”.
Altri problemi vengono scoperchiati dallo Snals. "Il personale è troppo poco. I dirigenti – fa sapere Brunella Marconi, segretaria della sigla sindacale – stanno premendo per avere maggiori assegnazioni e sdoppiare classi che, altrimenti troppo numerose, non rispetterebbero i parametri imposti per frenare la pandemia”. Al momento, però, nessuna risposta. “Solitamente l’ufficio scolastico regionale e a cascata quello provinciale procedono con una informativa ai sindacati sui posti disponibili. Invece – prosegue Marconi – siamo ancora nel buio più fitto. Non ci sono certezze nemmeno sui locali: alcune scuole – denuncia la segretaria Snals – non possono procedere agli sdoppiamenti anche perché mancano i locali”.
Manca la pianificazione pure sulle immissioni in ruolo: “Al di là dei buoni propositi, non siamo andati. Così anche sui trasporti. Insomma, troppe poche certezze rispetto a quanto servirebbe per garantire la scuola in presenza”, chiude Marconi.