«Fatevi un selfie con l'ecomostro»,
campagna anti palazzi Borgo Berga

Venerdì 8 Aprile 2016 di Roberto Cervellin
Ambientalisti in prima linea contro "l'ecomostro" di Borgo Berga

VICENZA - «La lotta sarà sempre più dura». Gli ambientalisti contro «l'ecomostro». Si fa più aspra la battaglia contro lo sviluppo dell'ex Cotorossi. L'area - che ospita il tribunale, un supermercato, una banca, un ristorante, una palestra, uffici e appartamenti - è da anni al centro di polemiche per le irregolarità edilizie. Irregolarità che per i costruttori non ci sono, ma che per Legambiente Vicenza, Italia Nostra e Comitato contro gli abusi edilizi sono più che evidenti. Tanto che, dopo l'esposto in procura - gli edifici sarebbero troppo vicini ai fiumi - e la richiesta di estendere, nell'area di Borgo Berga, il sequestro preventivo agli immobili in via di completamento e non ancora utilizzati, verrà avviata una campagna per sostenere le causa.

Per far fronte alle spese legali, le tre associazioni hanno dato vita a una raccolta fondi che si avvarrà della piattaforma Produzioni dal basso, all'interno della quale Banca etica ha un suo network. Sarà possibile donare direttamente dalla pagina internet, attraverso per esempio carta di credito, bonifico e bollettino. «Sarà un modo per risvegliare non solo i vicentini, ma tutti gli italiani - sottolinea Luigi Lazzaro presidente Legambiente Veneto - Gli abusi vanno abbattuti».
 


Non solo. In arrivo un concorso di selfie «con il mostro». «Basterà fotografarsi con la zona di Borgo Berga sullo sfondo e una faccia che trasmetta repulsione - proseguono i promotori - Le foto gireranno sui social con gli hashtag #mostroborgoberga e #stopecomostri, che speriamo diventino virali». La campagna per ricevere i contributi durerà  3 mesi. Alla conclusione verranno scelte anche le foto migliori del concorso.

«Dobbiamo difendere la legalità e il paesaggio», osservano Adriano Battagin presidente del circolo Legambiente volontariato, Giovanna Dalla Pozza presidente Italia Nostra, Paolo Crestanello del Comitato antiabusi e Daniele Ferrarin vicepresidente del gruppo consiliare in comune dello stesso movimento. Nel mirino non solo gli attuali fabbricati, ma anche quelli in fase di progettazione. «Il mancato sequestro dell'intera lottizzazione abusiva non solo favorisce l'aggravamento del reato, ma anche l'acquisto di immobili soggetti in futuro a un'eventuale ordinanza di demolizione - denuncia Crestanello - Appare anomala la mancata iscrizione dei privati nel registro degli indagati. Confidiamo che la procura vicentina accolga la richiesta di estendere il sequestro preventivo, contestando il reato anche al privato lottizzante. Ricordo che il terreno sottostante è inquinato, ma non è stato bonificato per ragioni economiche». «Siamo di fronte a palazzoni alti fino a 7 metri - aggiunge Dalla Pozza - La riva è stata cementificata, con gravi conseguenze idrogeologiche.
Per non parlare del danno paesaggistico».

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