Iorio verso l'assemblea per la spa
«Nessuna ipotesi su valore azioni»
Risparmi addio, analisi caso per caso

Mercoledì 27 Gennaio 2016
Francesco Iorio, dg di Popolare Vicenza
VICENZA - Di fronte ha due itinerari da percorrere: da una parte spiegare ai soci del territorio, frastornati da un taglio del valore dell’azione per ora arrivato da 62,5 a 48 euro e in fibrillazione dopo quello accaduto a Veneto Banca (prezzo recesso 7,3 euro), cosa accadrà nel cruciale prossimo mese e mezzo; dall'altra affrontare il road show di presentazione della banca all’estero, a fine febbraio a Londra e New York: «Dati di bilancio alla mano, la carta canta» ha detto al Gazzettino Francesco Iorio, 47 anni, consigliere delegato di Popolare Vicenza, fiducioso dopo sette mesi vissuti a tutta velocità per pilotare la banca in acque finanziarie così agitate come quelle attuali e con un cambio della guardia al vertice epocale (Gianni Zonin ha lasciato dopo 19 anni la presidenza a Stefano Dolcetta).

«Verso la metà di febbraio usciranno i dati del bilancio 2015, il prezzo di recesso verrà comunicato nei termini di legge intorno al 20 del prossimo mese - scandisce Iorio - quindici giorni prima dell’assemblea che si terrà il 5 marzo. In quella sede i soci dovranno deliberare sulla trasformazione in spa. E dare il via libera alla quotazione in Borsa e all’aumento di capitale fino a 1,5 miliardi, che arriveranno obbligatoriamente entro fine aprile, perché la Bce ci ha concesso piena fiducia e otto mesi di tempo, non uno di più».

Qualche anticipazione sul prezzo di recesso o sulla quotazione in Borsa?
«Ci sono degli esperti al lavoro. Non ha senso in questo momento fare ipotesi. Si dovrà ripartire da un punto, quanto alto o basso lo vedremo»

Quali fattori potranno influenzare il prezzo?
«Certamente le possibili incertezze legate al rapporto con clienti e soci inciderebbero negativamente. E questo sarebbe un vero peccato perché il valore intrinseco della banca, a mio modo di vedere, è ancora importante. Per questo chiedo la massima unità di intenti. Se stiamo tutti uniti riusciremo a valorizzarla al massimo. Altrimenti dovremo accontentarci».

A proposito di depositi, c’è stato un calo?
«Ci sono stati due momenti di crisi di fiducia: dopo le perquisizioni delle autorità giudiziarie in settembre e dopo il salvataggio delle quattro banche in novembre. Ma abbiamo continuato a svilupparci, aumentando i prestiti di due miliardi. Certo, noi abbiamo bisogno di nuovi depositi, tanto più si contrae la raccolta e tanto è più difficile erogare. Per questo chiedo fiducia ai nostri clienti e ai nostri soci. Abbiamo rivisto le politiche sulla concessione dei crediti, aumentate le verifiche e le coperture sulle sofferenze e sui crediti a rischio, ora sulla media del mercato. Quella di oggi è già una nuova Popolare di Vicenza e io confido di non cadere più negli errori del passato».

Non è che le vostre sofferenze verranno svalutate al 17-18% come è accaduto per Etruria, Chieti, Ferrara e Marche?
«È semplificatorio dire oggi che tutto il sistema viene valutato alla stessa maniera: è una mistificazione della realtà. Che fa parte dell’errata informazione di queste settimane».

Prestiti per comprare azioni della Popolare: che fine farà quel quasi un miliardo?
«Per ora e fino a quando non ce li daranno indietro non fanno patrimonio di vigilanza. Abbiamo iniziato a incontrare i vari clienti e a valutare le singole posizioni, confidando di non mettere in difficoltà nessuno. Il nostro interesse è massimizzare il rientro privilegiando la parità di trattamento per tutti i soci ma anche tenendo conto dell’interesse sociale, che è quello di incassare quanto prima i fondi erogati».

Garanzie alle imprese e protezione umanitaria per i soci che rischiano di perdere quasi tutti i loro risparmi, che state pensando di fare?
«Per i risparmiatori valuteremo caso per caso cosa fare. Per le aziende non mi risultano problemi di garanzie legate alla disponibilità di azioni».
Ultimo aggiornamento: 11:23 © RIPRODUZIONE RISERVATA