Summit sulla BpVi, ma è scontro: «Piccoli azionisti ancora esclusi»

Giovedì 24 Novembre 2016 di Roberto Cervellin
Al Comunale di Vicenza si parlerà del caso BpVi su iniziativa di Achille Variati

VICENZA - «Loro fanno i burattini, noi non scherziamo». E' stato annunciato come un momento «per cominciare a tracciare una strada». In realtà l'incontro previsto il 26 novembre dalle 9.45 al Comunale di Vicenza sul caso Banca popolare di Vicenza sta sollevando soprattutto polemiche. In città si torna a parlare delle difficoltà dell'istituto di credito. In programma non ci sono cda, né assemblee, ma un dibattito promosso da comune, Provincia e Camera di commercio sugli aspetti «critici finanziari, economici, sociali e giuridici della vicenda». Sabato in teatro si riuniranno sindaci come quelli di Vicenza e Prato Achille Variati e Matteo Biffoni, amministratori regionali come l'assessore ai servizi sociali Manuela Lanzarin, esponenti delle categorie economiche come Paolo Mariani, numero uno della Camera di commercio. E poi tecnici, giornalisti ed esperti. Tra gli invitati, Renato Bertelle, presidente dell'associazione nazionale degli azionisti BpVi. Prevista inoltre la presenza del sottosegretario all'economia e finanza, il veneziano Pier Paolo Baretta.
 

 

«Ma non ci saranno le associazioni più rappresentative dei medio e piccoli azionisti». A ricordarlo sono i portavoce del gruppo “Noi che credevamo nella BpVi”: «E' il solito teatrino della politica - proseguono - Hanno invitato le associazioni che, con il loro voto, hanno contribuito alla situazione attuale». E aggiungono: «L'appuntamento serve solo a ciarlare. Si tratta del secondo atto di quella che è nata come la commedia della popolare di Vicenza trasformata, per i piccoli azionisti, in una tragedia oggi diventata farsa».

Dura anche Liliana Zaltron, consigliera comunale dei 5 Stelle: «E' un incontro fuori tempo massimo, inutile ed interessato solo a cercare di salvare la faccia di chi avrebbe dovuto vigilare e denunciare». L'altro consigliere grillino, Daniele Ferrarin, punta il dito contro Variati: «E' grave che il sindaco prenda iniziative a difesa degli azionisti dopo aver respinto, con il voto della sua maggioranza, la richiesta di costituzione di parte civile - attacca -. Dovrà moralmente rispondere dell'impoverimento economico-finanziario di famiglie e imprese del territorio».

Tra tagli - si parla di 1500 esuberi su 5500 dipendenti - ipotesi di fusione con Veneto Banca, ricapitalizzazione e vendite immobiliari, i temi oggetto del confronto saranno innumerevoli. Senza contare l'azione di responsabilità, che dovrebbe essere approvata il 13 dicembre dall'assemblea degli azionisti. «Tenendo presente che oltre il 30% dei soci è residente nel Vicentino e il 56% nel Veneto, ci sembrava giusto riflettere su cosa si stia facendo, dove si stia andando e quali prospettive ci siano - commenta il primo cittadino del capoluogo berico - Sappiamo bene che la situazione è complessa, con 117mila azionisti che hanno perso i risparmi e si chiedono quando potranno recuperare qualcosa, e oltre 5mila dipendenti che guardano con preoccupazione al loro futuro, sapendo che gli ammortizzatori sociali non possono far fronte ai tagli prospettati».

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