«Stop all'uccisione delle nutrie, ora
rischiate fino a due anni di galera»

Martedì 2 Febbraio 2016 di Roberto Cervellin
La Lav ha chiesto ai sindaci di ritirare le ordinanze anti-nutrie
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VICENZA - Battaglia sulle nutrie. La sezione vicentina della Lega antivivisezione (Lav) ha chiesto ai comuni vicentini che hanno emesso l'ordinanza per l'abbattimento - Caldogno, Brendola e Villaverla - di annullarla alla luce della nuova legge che affida alle province e non ai sindaci la competenza in materia. A ricordarlo è Daniela Musocco, responsabile berica dell'associazione.

«Dal 2 febbraio le modalità gestionali delle nutrie devono essere modificate così come imposto dalla legge. I sindaci devono fare un passo indietro perché non sono più competenti sul tema». Gli animalisti promettono controlli: «Vigileremo sull'applicazione della norma. Le uccisioni potrebbero continuare indisturbate. Questo comporterà la denuncia dei responsabili, che rischiano fino a 2 anni di reclusione».

Ma a quanto pare le amministrazioni locali non hanno intenzione di ritirare i provvedimenti. «Non abbiamo firmato un'ordinanza per lo sterminio delle nutrie, ma solo per il contenimento oculato della popolazione perché si tratta di un animale che non ha antagonisti sul nostro territorio», replicano a Caldogno. Nel triennio 2009-2011, aggiunge la Lav, in provincia le nutrie uccise sono state 11mila. Ma non si è riscontrata la loro diminuzione, osservano ancora gli animalisti, secondo i quali per contenere gli esemplari sono sufficienti le reti e una campagna di sterilizzazione.
Dalla parte dei comuni si è schierata Confagricoltura Vicenza. «Sulle nutrie serve un intervento coordinato della Regione. Le nostre campagne rischiano danni irreparabili, non possiamo più aspettare. Gli animalisti vengano nei campi a vedere. Le nutrie hanno invaso la pianura vicentina vicina ai corsi d'acqua. Sul territorio, secondo le stime provinciali, ci sarebbero oltre 50mila esemplari».

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