L’ingegnere inviato nel terremoto:
«Prevenzione zero, un disastro»

Mercoledì 7 Settembre 2016 di Elena Ferrarese
Devis Sonda ad Amatrice tra gli edifici crollati
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BASSANO - «Il terremoto è un evento naturale e come tale segue le leggi della natura, opera selettivamente colpendo gli edifici più deboli. E quello dei giorni scorsi nel Centro Italia ha evidenziato ancora una volta la vulnerabilità del patrimonio edilizio storico italiano. Soltanto un'estesa attività di prevenzione può portare ad una maggiore sicurezza degli edifici». 

A sottolinearlo è l’ingegnere bassanese Devis Sonda, rientrato in questi giorni da un sopralluogo ad Amatrice per prendere visione degli effetti del sisma sugli edifici. Sonda lavora nella sede italiana della Miyamoto International, la società specializzata in ingegneria sismica sempre presente dove si verificano i principali terremoti nel mondo. Negli ultimi anni si è occupato delle verifiche in Umbria (1997-98), L'Aquila (2009), Emilia (2012) e all'estero (Haiti, 2010, e Nepal, 2015). Ed è proprio la prevenzione che manca, secondo l’ingegnere, perché ancora oggi, a differenza ad esempio delle precise capacità richieste a chi si occupa di impianti elettrici o antincendio, non è riconosciuta nemmeno una formazione specifica nella sicurezza sismica degli edifici.

Sonda durante il sopralluogo

 

«Da tecnico esperto in strutture, la prima percezione è di trovarsi di fronte a costruzioni estremamente "povere", cioè strutture poco adatte per l'azione sismica, realizzate con materiali poco resistenti reperiti in loco». L’ingegnere è rimasto colpito in particolare dall’aver trovato pietre “pulite”, conseguenza dell’uso di malta di scarsa qualità o talvolta solo di terra come legante, e dalla totale assenza di tiranti in acciaio. Ha notato, invece, la presenza dei pesanti solai in calcestruzzo che hanno ulteriormente ridotto la resistenza sismica degli edifici, causandone spesso il crollo completo. Questi solai sono stati realizzati secondo la normativa sulle tecniche per le costruzioni in zone sismiche del '96 rimasta in vigore fino al 2003, ma utilizzabile fino al 2008.

Confrontando la situazione con quella del terremoto dell'Aquila del 2009, solo un caso, secondo Sonda, è paragonabile ad una devastazione di questa portata: quello dell’antico paesino di Onna, caratterizzato da costruzioni realizzate con materiali vecchi e poveri, che il terremoto ha letteralmente spazzato via. 

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