«Il posto è già pronto.Voglio essere sepolto a Santa Maria Maggiore». Papa Francesco non pensa a dimettersi ora ma con l'età che avanza, alla vigilia del suo 87esimo compleanno, alla tv messicana N+ riflette sulla fine del suo pontificato, sulla sua salute e sulla lettera di dimissioni che ha firmato nel 2013 (come è prassi), affidandola all'allora segretario di Stato, cardinale Tarcisio Bertone.
Sulla sua salute, invece, Papa Francesco è ottimista. «Ho bisogno di preghiere per la mia salute. E la vecchiaia non viene da sola. La vecchiaia non si inventa, è se stessa, si presenta così com'è. E d'altra parte, saper accettare i doni della vecchiaia. Bisogna accettare che si può fare molto bene da una prospettiva diversa.È vero che tutti i viaggi vengono ripensati. Possono essere più lontani, ma sono ripensati, sono limiti.Non è così?Il limite che ci viene dato alla fine della giornata, che tutto qui finisce e inizia qualcos'altro, ti fa maturare molto nella vecchiaia, è bello». Ma come si sente? Incalza la giornalista messicana. «Mi sento bene, mi sento migliorato. A volte la gente mi dice che sono spericolato perché ho voglia di fare e di muovermi. Sono segnali positivi? No, sto abbastanza bene».
Per il prossimo anno Papa Francesco ha in programma diversi viaggi: uno in Belgio e altri due intercontinentali, in Polinesia e in Argentina, visto che è appena stato invitato dal neo presidente ultraliberista Javier Milei: una visita sempre rimandata per varie ragioni. «Il Belgio è già assicurato e ce ne sono due in sospeso, uno per la Polinesia e l'altro per l'Argentina, vedremo come andranno le cose, ma col tempo rimetterò le cose in carreggiata» ha detto il Papa nell'intervista.
Sul presidente argentino Milei (che lo aveva offeso in ogni modo rivolgendogli contumelie a volte impronunciabili nei mesi scorsi), Papa Francesco si mostra piuttosto comprensivo e preferisce giudicarlo dai fatti e da quello che farà: «In campagna elettorale le cose vengono dette per scherzo, cioè tra virgolette, vengono dette seriamente, ma sono cose temporanee, cose che servono a creare un po' di attenzione, ma poi cadono da sole. Bisogna distinguere molto tra quello che un politico dice in campagna elettorale e quello che farà veramente dopo, perché poi arriva il momento della concretezza, delle decisioni, di queste cose».
Ad un anno dalla scomparsa del predecessore Ratzinger, anche a Francesco resta il vuoto. «Il mio rapporto con Papa Benedetto era molto stretto. A volte andavo a consultarlo.E lui, con grande saggezza, mi diceva quello che pensava, ma diceva... "vedi tu", lasciava tutto nelle mie mani. Mi ha sempre aiutato. Era molto generoso in questo. E ho avuto la grazia di poterlo salutare perché ho saputo da un'infermiera che era malato, l'ho detto al pubblico quel mercoledì e sono andato a trovarlo. Era lucido, ma non poteva più parlare e mi teneva la mano in quel modo, è stato bello salutarlo.È stato bello.E poi tre giorni dopo è morto. Un grande uomo, Benedetto era un grande uomo, un uomo umile, umile, semplice che quando si è reso conto ha avuto il coraggio di dire basta. Lo ammiro».
Spesso Francesco quando scende nelle grotte vaticane dove sono sepolti i pontefici va a pregare sulla tomba di Ratzinger. »A volte vado a pregare sulle tombe dei papi e passo davanti alla sua tomba.Ma non mi rendevo conto che, come le volte in cui mi consigliava, non mi rendevo conto che c'era un altro che mi consigliava. Aveva quella saggezza di fare le cose dando libertà.Ma è lo stesso di prima.Prima lo avevo vicino e ora lo ho lontano, ma con una grande naturalezza».
Con l'età che avanza Papa Francesco smentisce le voci di coloro che sostengono sia diventato più duro, più severo. «Non è vero. Alcuni devo colpirli un po'...». Una frase lasciata a metà, dietro la quale se celano una serie di provvedimenti piuttosto severi nei confronti di vescovi e cardinali. Per esempio l'aver annunciato di voler togliere l'appartamento e lo stipendio al super conservatore Burke, un cardinale americano con il quale ha sempre avuto divergenze di opinioni in materia dottrinale. Oppure alcuni vescovi del continente americano disarcionati perchè non allineati con la linea riformista del pontefice. «A volte dico ai genitori, state attenti perchè un padre che non punisce un figlio di tanto in tanto, ha qualcosa che non va. Ma mai in faccia, per favore, sapete dove dovete sculacciarlo, cioè a volte un rimprovero è necessario».