Città del Vaticano - Mentre il Papa aderisce alla campagna internazionale #DefendMediaFreedom e con un Tweet loda il «giornalismo libero al servizio di tutte le persone, specialmente di quelle che non hanno voce», il Vicariato di Roma interviene per mettere il bavaglio ai parroci della Capitale. Una sorta di censura preventiva.
«Sono stato informato che vi sono dei giornalisti che chiedono ai parroci un parere sulla questione delle messe che ha visto in disaccordo governo e conferenza episcopale. È opportuno non rilasciare dichiarazioni ma rimandare all'ufficio comunicazioni del Vicariato. Sarebbe infatti imbarazzante vedere sfruttate le dichiarazioni dei sacerdoti per dividere la Chiesa su fronti opposti. Pregherei Per favore di diramare ai parroci e agli altri sacerdoti questa indicazione». A firmare questo ordine tassativo è il vescovo ausiliare Daniele Libanori, gesuita e parroco di san Giuseppe dei Falegnami, la chiesa a fianco del Campidoglio ancora in via di restauro dopo il crollo del tetto.
Uno dei parroci interpellati ha spiegato ai giornalisti che l'ordine diramato dal Vicariato ai parroci non è una novità, era accaduto anche in passato. Il suggerimento è di dirottare sempre il giornalista all'ufficio comunicazioni per controllare e gestire meglio il flusso delle richieste. Praticamente il bavaglio al clero romano.
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