Prima il devastante terremoto, poi la ricostruzione complessa e articolata e, infine, il problema dello spopolamento dei territori. Papa Francesco ha ricevuto i sindaci dei comuni colpiti dal sisma del 2016 che colpì una vasta area tra Marche, Abruzzo, Lazio e Umbria e assieme a loro ha affrontato in un articolato discorso le questioni più importanti e urgenti che gli amministratori locali si trovano ad esaminare ogni giorno. Uno di questi è lo spopolamento progressivo e il pontefice torna ancora una volta a mettere sotto la lente di ingrandimento la tendenza delle giovani coppie a preferire ai figli degli animali domestici. Ecco cosa stavolta ha detto a braccio. «Lo spopolamento: è un problema. In Italia non si fanno figli, e questo è grave. Abbiamo una media di età di 46 anni. Sembra che le famiglie preferiscano avere dei cagnolini o dei gatti e non dei figli: è la cultura veterinaria, state attenti a quello. Questa è l'eredità?».
Papa Francesco e le raccomandazioni ai sindaci
Naturalmente il discorso si è poi allargato alle sfide dei sindaci a garantire territori meno fragili rispetto al passato. «Vi incoraggio nel vostro proposito di fare della ricostruzione un'opportunità anche in questo senso: per rimediare agli errori del passato e impostare in modo diverso i piani di crescita per il futuro. È un'urgenza, credo, per tutta l'Italia».
Ovviamente non è mancata una sottolineatura alla sicurezza idrogeologica: «rappresenta un bisogno vitale, reso ancora più necessario dall'accelerazione dei cambiamenti climatici. Attenzione ai cambiamenti climatici. È importante da una parte applicare tutti gli accorgimenti necessari per fermare la deriva in corso e dall'altra, preso atto dei cambiamenti già avvenuti, provvedere a farvi fronte, a livello sia globale sia locale. Si tratta, ad esempio, di porre maggiore cura nella pulizia dei boschi e degli alvei di fiumi e torrenti; di ridurre e scoraggiare la cementificazione del territorio; di introdurre nuovi tipi di colture e di specie da allevamento in ambito agricolo, con investimenti appropriati per gli anni a venire. Anche qui è questione di uno sguardo aperto, attento agli altri e a chi verrà dopo di noi; non bisogna lasciarsi scoraggiare dalle critiche o dai malcontenti. Sono solidale con la vostra fatica e con le vostre preoccupazioni. Sono vicino a quanti soffrono per la perdita di persone della famiglia e di mezzi di sussistenza. La via della ricostruzione post-sismica è lunga e certamente non facile, e io apprezzo tanto il fatto che lo spirito con cui voi la affrontate è buono, che l'animo è determinato e che le idee sono chiare».