Città del Vaticano – In Nigeria torna l'incubo dei rapimenti dei religiosi cattolici a scopo estorsivo da parte di gruppi legati a Boko Haram.
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«Siamo spiacenti di confermare ufficialmente il rapimento di uno dei nostri sacerdoti, padre Joseph Akete Bako dalla sua residenza presso la chiesa di San Giovanni, a Kudenda, verso le 1,30 della notte dell’8 marzo. Nel corso dell’assalto, l’incaricato della sicurezza, Luka Philip è stato ucciso, mentre altre quattro persone sono state rapite dalle case vicine» si legge nel comunicato diffuso anche alla agenzia vaticana Fides
L’arcidiocesi naturalmente invita i fedeli a pregare per la persona uccisa e per la liberazione del rapito, raccontando che uomini armati hanno fatto irruzione nella casa parrocchiale nelle prime ore di martedì, dopo aver colpito a morte all'incaricato della sicurezza. Una notizia poco felice che fa salire la paura di sequestri a scopo estorsivo per finanziare la rete terroristica, e per la quale il Vaticano, in passato, aveva messo in campo una sorta di struttura parallela per pagare indirettamente riscatti. Come del resto era accaduto con il frate salesiano rapito nello Yemen, don Thomas Uzhunnalil, sequestrato nel 2016 da un gruppo di guerriglieri islamici.
Nella regione nigeriana dove è avvenuto il sequestro del parroco negli ultimi anni sono state rapite centinaia di altre persone - per il riscatto - da parte di bande criminali. Le violenze hanno causato anche centinaia di morti e sfollati. La città di Kaduna resta al centro di una sorta di "pulizia etnica", con i cristiani ora concentrati nel sud di Kaduna e i musulmani nel nord.