Suarez, le "cimici" nei telefoni per un'inchiesta da 3 milioni di euro

Giovedì 24 Settembre 2020 di Egle Priolo
Suarez, le "cimici" nei telefoni per un'inchiesta da 3 milioni di euro
PERUGIA - L'inchiesta sull'esame farsa a Luis Suarez alla Stranieri? Nasce da un buco da tre milioni di euro. Quelli spariti e mai riscossi da palazzo Gallenga, quelli che avrebbe dovuto versare un'agenzia cinese addetta al reclutamento degli studenti in arrivo a Perugia dall'Estremo Oriente e che invece sembrano non più recuperabili. Una storia nata da un esposto arrivato in procura che parlava di peculato e su cui pende anche un'indagine contabile: i fatti raccontano di una specie di spy story Italia-Cina, che passa per denunce per firme false, un fantomatico mediatore orientale – incaricato del procacciamento degli studenti - e soprattutto quei milioni diventati “crediti svalutati al cento per cento”, di fatto non più recuperabili.

Nel mirino delle fiamme gialle, infatti, il reclutamento degli studenti orientali che arrivano con programmi di scambio a studiare a Perugia: le famiglie cinesi pagano il costo di corsi e soggiorni ad agenzie specializzate che fanno da intermediari e poi girano una quota per ciascuno studente all’università ospitante. Ma confrontando il numero di studenti con le entrate nei bilanci, qualcosa non quadra. Tanto da convincere i revisori dei conti a dare parere negativo sul bilancio consuntivo 2018. È per questa storia che la guardia di finanza bazzicava da mesi palazzo Gallenga, tanto da mettere alcuni telefoni sotto controllo: quelli da cui è emersa la vicenda dell'esame deciso a tavolino per far ottenere al bomber uruguiano, che dal Barcellona è in odore di passare all'Atletico Madrid, il diploma di italiano livello B1, necessario per ottenere la cittadinanza e giocare in Italia con la Juventus. Poi il passaggio dal Barca a Torino è fallito: quasi una beffa per le cinque persone indagate per quell'esame di 20 minuti che, in base alle intercettazioni, è stato completamente pianificato, con il candidato che in pratica conosceva già le domande che gli avrebbe posto la commissione. Con l'accusa di rivelazione di segreti d'ufficio e falso ideologico sono infatti finiti nel registro degli indagati la rettrice dell'Università per stranieri Giuliana Grego Bolli, il direttore generale Simone Olivieri, l'esaminatore Lorenzo Rocca, la professoressa Stefania Spina che ha preparato Suarez all'esame e Cinzia Camagna che ha predisposto l'attestato.

La Stranieri ha ribadito la correttezza delle procedure, ma intanto ai due vertici – rettrice e dg – è arrivata la contestazione anche del concorso in corruzione, con gli inquirenti che al momento escludono la presenza di elementi che facciano ipotizzare accuse nei confronti di un eventuale corruttore. Durante le perquisizioni effettuate lunedì dalla guardia di finanza per tutta la giornata, sono stati sequestrati telefoni, tablet, computer e software, più il video dello stesso esame del 17 settembre. Quello per cui, due giorni prima, Camagna dice a Rocca: «Io posso già metterci il voto. Mi dici tu che voto ci do e via». Nonostante, per stessa ammissione della Spina, Suarez «non spiccica 'na parola. Non coniuga i verbi. Parla all'infinito. Abbiamo praticamente concordato quello che gli farà l'esame». «Lui si sta un po' memorizzando le varie parti dell'esame», dice poi Rocca alla rettrice nei giorni precedenti. Grego Bolli: «Ma infatti è questo. Deve essere sul binario, ecco». Rocca: «Esatto, esatto, l'abbiamo stradato bene. Sul verbale non ho problemi a metterci la firma perché in commissione ci sono io e mi assumerò la responsabilità dell'attribuzione del punteggio. Il mio timore è che poi tirando tirando, diamo il livello ed esce, i giornalisti fanno due domande e va in crisi». Con lo spagnolo, per fortuna, ritornerà a essere un bomber.
© RIPRODUZIONE RISERVATA