PERUGIA - Dopo Ponte Felcino, che oramai da lungo tempo continua a godersi la compagnia del pavone Apollo che passa da un tetto all’altro, anche Ponte San Giovanni ha la sua mascotte di quartiere.
Un modo per tutelarlo, visto il rischio che può correre quando esce dall’acqua del Tevere e va a spasso in strada, ma anche per provare a capire da dove arrivi. Chi l’ha notato in strada, racconta via social network di avergli visto un laccetto rosso alla zampa, segno che la sua provenienza potrebbe essere in qualche modo tracciabile. Secondo alcuni residenti della zona, non sarebbe nuova la sua presenza in quel tratto di fiume. Altri pensano che possa provenire dall’area del bosco didattico di Ponte Felcino (ma sembra sia stato fatto un controllo, escludendo questa possibilità). Di certo il bel cigno bianco continua ogni giorno ad attirare l’attenzione dei cittadini, che sperano di vederlo con un’anima gemella e soprattutto stanno diffondendo una raccomandazione. Quella di non dargli da mangiare. In particolare pezzi di pane.
Fra i residenti c’è chi si è mobilitato per appendere dei cartelli (con indicazioni utili su quel che eventualmente si può dare a questo tipo di animali selvatici) nei punti del percorso dove abitualmente chi passeggia si ferma per ammirare e scattare qualche foto alla nuova mascotte di Ponte San Giovanni. Una bella storia come quella del pavone Apollo di Ponte Felcino, diventato di casa sui tetti di via Maniconi. Lì ci fu addirittura una mobilitazione del quartiere che raccolse centinaia di firme per chiedere di non portarlo via. Apollo è rimasto e, soprattutto nel lungo periodo di lockdown e restrizioni, ha fatto compagnia a tanti stringendo ancora di più il legame con il territorio.