Lavoro, occupati in lieve calo, ma più occasioni per giovanissimi e over 50. Aumenta il gender gap, con la disoccupazione femminile all'8%

Sabato 1 Aprile 2023 di Fabio Nucci
Lavoro, occupati in lieve calo, ma più occasioni per giovanissimi e over 50. Aumenta il gender gap, con la disoccupazione femminile all'8%

I dati del mercato del lavoro confermano potenzialità e debolezze della regione, stretta tra criticità strutturali e incognite demografiche. La sintesi è offerta dal report quadriennale Istat 2019-2022 sull’occupazione in Umbria nel quale, con riferimento all’ultimo anno, si evidenzia una flessione dello 0,6% (1.951 unità) di lavoratori, in controtendenza rispetto al dato nazionale. Allo stesso tempo, nonostante un contenuto rimbalzo, il tasso di disoccupazione, pari al 7,1%, resta di gran lunga inferiore alla media del Paese. In difficoltà donne e figure poco qualificate, più occasioni invece per giovanissimi e over 50. Quanto ai laureati, in dirittura d’arrivo l’intervento che la Regione sta progettando per evitare fughe di cervelli.
Il rallentamento delle performance occupazionali in Umbria è evidente, considerando che in tre anni si sono persi circa 6mila posti di lavoro. Ma nei due “anni bui” del Covid, a prescindere dalle misure di sostegno, il Cuore verde ha dimostrato maggior resilienza rispetto alle aree di riferimento. Un aspetto evidenziato dall’Istat e che nel 2021 si è tradotto nel maggior incremento avuto di occupati (+1,7%) rispetto a Centro (+0,4) e Italia (+0,8). Per questo, il dato negativo 2019-2022 (-1,7%) va letto insieme ad alcuni segnali che arrivano, ad esempio, dalle fasce 15-24 e 50-64 anni nelle quali nello stesso periodo gli occupati sono cresciuti del 18,5 e del 4%. Una dinamica che si può riscontrare anche nel 2021/2022. Anno nel quale ha perso terreno la forza lavoro priva di titolo di studio (-6,4%) e, tra i settori, si nota un’avanzata del 23,4% per Agricoltura, silvicoltura e pesca, Commercio, alberghi e ristoranti. Sempre lo scorso anno si osserva una lieve crescita delle posizioni come lavoratore dipendente (+0,5% annuale, +2,2% rispetto al 2019) mentre gli “indipendenti” in quattro anni hanno perso il 9% (-3,7% nel 2022). In lieve crescita i contratti a tempo pieno mentre lo scorso anno i part time sono crollati del 6,2% (-11,8% rispetto al 2019).
L’analisi degli indicatori del mercato del lavoro evidenzia un incremento del tasso di occupazione (+0,5%) che resta migliore delle regioni di riferimento. Si osserva anche una riduzione del tasso di inattività (-0,7%) nel 2022 calcolato al 30,2%. “Pur continuando a scendere dopo il picco 2020, l’indicatore non è ancora tornato al livello pre pandemico (29,4%)”, si legge nel report Istat. Si rileva anche un lieve rimbalzo della disoccupazione (+0,5%) in controtendenza con quanto accade nel Centro e a livello nazionale, ma il dato umbro rimane uno dei più bassi d’Italia, un risultato salutato con soddisfazione dalla Regione. Da dove sono filtrati i dati sui percettori di reddito o pensione di cittadinanza che dal 2021 al 2022 si sono ridotti del 38% (-32% in Italia). Un dato incoraggiante in termini di lavoro e produzione e un segnale di recupero anche in termini di produttività se tale indicatore viene combinato con la riduzione del tasso di inattività.
L’analisi dettagliata del tasso di disoccupazione regionale, operata nel report Istat, indica alcuni elementi strutturali del mercato del lavoro umbro caratterizzato da un gap di genere e uno generazionale.

Il gender gap è a detrimento della componente femminile nella quale il tasso è salito all’8% (6,5% gli uomini) con un differenziale in crescita. Quanto all’età, nel quadriennio osservato si rilevano valori maggiori per giovanissimi (15-24) e giovani (25-34), anche se il primo nel corso del 2022 ha mostrato una maxi riduzione del 10,4%. Buone notizie arrivano anche dall’analisi per titolo di studio, visto che la maggior sofferenza la evidenziano coloro che cercano lavoro con un titolo di studio più basso, mentre il tasso di disoccupazione di diplomati e laureati continua a ridursi. La fuga dei giovani continua tuttavia a preoccupare e su questo l’attenzione di Palazzo Donini resta massima e in collaborazione con le associazioni datoriali e l’università sta progettando quella che viene considerata “un’iniziativa clamorosa”. Il riferimento è a quanto già accennato dal presidente regionale di Confcommercio, Giorgio Mencaroni, e riguarda una possibile integrazione degli stipendi dei laureati occupati in Umbria.

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