Caro-benzina, scatta la caccia al pieno più economico
«Ora calate gli altri prezzi»

Giovedì 24 Marzo 2022 di Fabio Nucci
Caro-benzina, scatta la caccia al pieno più economico «Ora calate gli altri prezzi»

PERUGIA Dopo quelli dei prodotti energetici, anche i prezzi di pasta e pane sono finiti nell’occhio del ciclone a causa di aumenti ritenuti sospetti. Ieri intanto è stata la giornata dei ribassi nei listini di benzina e diesel, in concomitanza coi quali è scattata una vera e propria caccia alla pompa più economica. A Perugia, già martedì sera alcune stazioni self service erano state letteralmente svuotate. Ed ora le associazioni dei consumatori si aspettano un allentamento della pressione sui prezzi dei prodotti che in questo 2022 hanno risentito dei rincari subiti dai carburanti. A partire da frutta e verdura i cui listini a febbraio hanno subito aumenti anche del 90%.
Dati dell’Osservatorio prezzi e tariffe alla mano, come già rilevato a livello comunale nei singoli capitoli di spesa, a febbraio ci sono stati prodotti che in Umbria hanno subito aumenti tali da spingere l’inflazione fino al 6,2%. Una percentuale che, secondo quanto stimato dal Codacons, per una famiglia media si tradurrebbe in una spesa aggiuntiva annuale di circa 1.900 euro. «La crescita dei listini al dettaglio non può essere giustificata solo dal caro-bollette», osserva Carla Falcinelli, presidente del Codacons Umbria. «Temiamo che in questi giorni si stiano registrando forti speculazioni sui prezzi, sfruttando il conflitto in Ucraina per aumentare in modo ingiustificato i listini di beni di largo consumo, come pane e pasta». Per questo l’associazione, attraverso le sue sentinelle, sta monitorando la situazione considerando che le quotazioni di grano duro e tenero stanno scendendo sui mercati internazionali e che i prezzi di benzina e diesel da ieri sono scesi di 30,5 centesimi. Questo per effetto della pubblicazione, nella notte tra martedì e mercoledì, del decreto “Misure urgenti per contrastare gli effetti economici e umanitari della crisi ucraina” contenente anche le disposizioni sulla riduzione delle accise.
Elemento che ha scatenato la ricerca del distributore più conveniente, una “caccia” alimentata dai social e che a Perugia, ad esempio, ha portato alcune pompe della periferia cittadina a finire il rifornimento già prima di mezzanotte. In tanti hanno poi posato davanti alla pompa di benzina, increduli per il prezzo della verde che in un giorno – in alcune stazioni di servizio - è sceso da 2 a 1,694 euro al litro. Ne è conseguito, per un pieno di verde da 35 litri, un risparmio di circa 10 euro. I volontari del Codacons stanno vigilando anche sull’applicazione di tali ribassi e, anzi, hanno invitato i cittadini a segnalare chi non si dovesse essere adeguato alle nuove disposizioni. A metà marzo il prezzo medio di benzina e diesel self service in Umbria aveva superato i due euro al litro: 2,202 il gasolio, 2,216 la verde.
La vera sfida per le famiglie è vedere tali ribassi riflessi anche sui listini della spesa quotidiana, a partire dai prezzi di frutta e verdura, vista l’incidenza dei costi di trasporto. «Questo dipende dalla volontà della grande distribuzione e non solo», rileva la dottoressa Falcinelli. «Abbiamo notato che spesso si approfitta del reale rincaro dei costi di trasporto per scaricarli in maniera eccessiva sui singoli prodotti e di conseguenza sul portafoglio del consumatore. Teoricamente qualunque merce trasportata dovrebbe diminuire, ma questo non è mai accaduto». Stando alla media dei prezzi che Istat ha rilevato nei due capoluoghi, a febbraio si sono registrati aumenti in tutti i capitoli di spesa. Tra gli alimentari, pane e petto di pollo sono risultati più cari del 9 e del 16,5%, il salmone del 23,5%. Nel comparto ortofrutta si registrano le variazioni maggiori, nonostante una stagione, l’ultima, non certo caratterizzata da alluvioni o gelate. Il record spetta ai finocchi tondi che a febbraio hanno fatto registrare un prezzo medio di 3,20 euro al chilogrammo (+94,2%), a seguire zucchine (3,51 euro, +79%) e lattuga romana (3,17, +69%). Nella frutta, più care pere (+38,9%), arance (14,7%) e kiwi (11,7%).


 

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