Sappada, una vita per il vino Brovedani l'uomo dell'anno

Venerdì 10 Ottobre 2014
Ci sono riconoscimenti che fanno felici soprattutto chi li riceve. Ce ne sono altri che fanno felici tutti: il premio per il miglior sommelier dell'anno, assegnato per il 2015 della guida dei ristoranti d'Italia dell'Espresso, appartiene a questa seconda categoria. Lo ha ritirato ieri, a Firenze, Roberto Brovedani, sappadino doc, assieme alla moglie Fabrizia Meroi (eletta miglior cuoca due anni fa, fra l'altro), faro luminosissimo per gli appassionati di enogastronomia che al Laite arrivano da tutta Italia, e non solo. “Maitre e sommelier d'altri tempi, raffinato e cordiale, prodigo di consigli per orientarsi nell'impressionante carta dei vini da lui stesso allestita” lo descrive la guida.
Anche se continuano a sembrare due ragazzi, sono passati la bellezza di 24 anni (ma quanto giovani erano?) da quando Roberto e Fabrizia – friulana di Cividale, stellata interprete della cucina e dei prodotti di queste terre – hanno intrapreso il loro cammino. Prima (nel 1990) al Keisn, vecchio bar trasformato in un piccolo gioiello; poi (nel 2001), dove li trovate ora, in Borgata Hoffe, una vecchia blockhaus tutta legno e calore, dove l'ex allieva del mitico Gianni Cosetti di Tolmezzo, di Enzo De Prà del Dolada e di Gianfranco Vissani, prepara pranzi e cene memorabili.
E allora, se ogni premio, dal Nobel in giù, provoca polemiche, turbolenze, smarcamenti, critiche, la scelta, per una volta, è di quelle che mettono tutti d'accordo. E certo, in questo premio, conta anche il combinato di una coppia che, se un giorno le guide istituissero anche un premio al doppio-misto, lo vincerebbe a mani basse.
Così come neanche i più incontentabili bastiancontrari avranno nulla da ridire sul premio al miglior ristorante di pesce d'Italia, finito a Campagna Lupia (Ve), dove l'Antica Osteria da Cera continua a crescere, anno dopo anno, grazie ad un gruppo di famiglia (i tre fratelli Cera e la mamma in cucina più Simonetta, moglie di Lionello, in sala) nel quale passione, talento e forza formano una miscela perfetta, completata da un gruppo di bravissimi giovani. Cucina di mare di livello eccelso e rara bontà, quella di Cera: ormai leggendari “I colori del Mare” così come gli “Spaghettini freddi con acqua di molluschi, mazzancolla, lucerna, basilico e lime” (con le sue varianti stagionali).
Veneto in prima fila, ieri, a Firenze, anche quando si è trattato di celebrare l'annata del vino italiano e la rispettiva Guida. Fa sensazione, ai vertici, il punteggio di 18.5 su 20, assegnato al Colli Euganei Fior d'Arancio Passito Alpianae 2011 di Vignalta che affianca al vertice l'Amarone di Aldegheri.
Così come ci piace segnalare il 18, con relativa menzione di eccellenza, conquistato dal Valdobbiadene Prosecco Superiore Brut “Sei Uno” di Bellenda di Vittorio Veneto (Tv), azienda della quale, quest'anno, personalmente avevamo apprezzato il Diol, un superbo rosè metodo classico da Raboso.
Mentre in Friuli (dove il miglior ristorante resta “Agli Amici” appena fuori Udine, davanti ad “Altran” a Ruda), la palma d'oro per la bottiglia migliore dell'anno, è andata (18.5) al Collio Malvasia Vigna 80 anni del 2012 de “I Clivi” di Corno di Rosazzo (Ud).

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