Fiorello, Viva Rai 2: conferenza stampa show: «Basta chiedermi di condurre Sanremo, prendete Fedez»

Appuntamento alle 7 del mattino: si parte lunedì 6 novembre

Lunedì 30 Ottobre 2023 di Stefania Piras
Fiorello, torna Viva Radio2: conferenza stampa show: «Ci vogliono idee. Il sabato sera in tv? Ho già dato e basta chiedermi di condurre Sanremo: non è il mio mestiere»

«Ma Fiore tu le cose che non si possono dire le dici già in onda», commenta a caldo la sua spalla, Fabrizio Biggio, girandosi verso Rosario Fiorello che nella conferenza stampa di presentazione della seconda stagione di Viva Rai 2 fa un piccolo trattato di tv (cos'è il varietà, perché il sabato sera italiano televisivo appartiene a un'altra epoca, perché il web ha cambiato tutto e tuttavia per lui in terza serata non è impossibile fare il 10% di share) e deve pure spiegare, chiamato a commentare sul caso Giambruno, le funzioni inaspettate delle basse frequenze (i fuori onda). «Striscia la Notizia fa questa cosa da 40 anni, ti devi comportare di conseguenza se lavori a Mediaset», commenta il popolare showman. Ad ascoltarlo, a sbellicarsi come uno spettatore qualsiasi, accanto a lui, c'è l'ad della Rai Roberto Sergio che si lascia prendere in giro amabilmente: «Io ho 63 anni - scandisce Fiorello - tu Sergio quanti ne hai? Sessantatré anche tu, ma guardate?!», esclama raggiante mettendosi al suo fianco. «Hai votato Meloni?», gli chiede pure a un certo punto e Sergio ribatte: «Lo sai che sono democristiano». 

Fiorello e Sanremo

L'ad incassa le battute su Fazio: «Dai per Sanremo prendete Fedez e richiamate Fazio. Avete visto che ieri ha fatto il 10,7?», e qui Sergio si lascia sfuggire un sorriso mefistofelico rapidissimo mentre sventaglia la mano all'ingiù per segnalare il piccolo calo dell'ex conduttore Raitre. Smentisce le sue provocazioni: «Belve va sulla Nove? No». Va in apnea quando Fiorello inizia a dare le carte su Sanremo dove, notizia, gli piacerebbe ascoltare Calcutta («Ho ascoltato alcuni brani del nuovo album»).

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Il mattatore conduce la conferenza stampa come uno show. Annuncia che ci sarà Pausini, poi non conferma.

Ma il festival - lo ribadisce più volte - «non lo condurrò io perché non è il mio mestiere e quando me lo chiedo lo trovo quasi offensivo. E poi ne ho fatti cinque di Sanremo e tutti di fila». «Sicuramente tu ci sarai», lo guarda dritto negli occhi un altero Sergio. Il patto che si profila tra Fiore e viale Mazzini alla fine sarà un glass gemello di Viva Rai2 all'Ariston. Lui, se ci sarà, sarà a modo suo, insomma. 

Sessantatré anni e un mare di responsabilità che la Rai gli sta affidando, di nuovo, a occhi chiusi perché il guizzo di Fiore non sbaglia e soprattutto perché la seconda rete è in terribile affanno di ascolti: Pino Insegno non ha portato i risultati sperati e perciò mamma Rai ha deciso di andare sul sicuro parafrasando Giuseppe Verdi: «Torniamo a Fiore, sarà un progresso». «Ci vogliono le idee», spiega Rosario che fa gli scongiuri quando gli chiedono se sarà in grado di tirare su le sorti del secondo canale. E si intrattiene poco sugli aspetti politici (esponenti di partito al momento non ne ha calendarizzati come ospiti), il giusto tempo comico per sparare una veloce battuta al vetriolo e tornare alla base per vedere l'effetto che fa. Ma di una cosa è convinto: «La Rai è sempre la Rai e non "TeleMeloni", visto che prima c'è stata TeleDraghi, TeleMonti e così via. La Rai la si ama sempre come la mamma».

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VivaRai2, il jolly: per la prima volta anche in radio alle 14

Ha carta bianca, comunque. Lo si capisce dal fatto che quest'anno la seconda stagione dello suo show mattutino "Viva Rai 2!" verrà calato sui palinsesti tipo jolly, perché la Rai spalma il programma - vera novità - come un unguento miracoloso: Fiorello sarà in simulcast su Rai 2 alle 7, su Radio2 alle 14, su RadioTuttaitaliana, su Raiplay dove si potrà rivedere sia in formato integrale che in clip. E se non bastasse ci sarà un battage giornaliero di estratti dello show anche sui social: Facebook, Instagram, X e Tiktok. Lui, in tutti i casi, accoglie la sfida: «Dobbiamo convincere la gente a puntare la sveglia alle 7 e ascoltarci sapendo che sarà difficile perché in questo momento a quell'ora vogliono ascoltare le notizie vere».

Fiorello e la guerra tra Israele e Hamas

Non la nomina mai la guerra Rosario Fiorello. Ma la evoca piantando i suoi paletti: «No, non si può ridere di tutto e su tutto. No, non mi vedrete fare commenti, non ho il retroterra culturale. Non sono nessuno di fronte a questa tragedia. Farò il mio», spiega serio ma durante il suo ragionamento si accalora perché le immagini della guerra le ha viste anche lui: «Non se esce più, e se dici che parteggi per la pace sei banale, non lo puoi dire! Non è Milan-Inter. Io parteggio perché questa situazione venga risolta. Siamo arrivati al capolinea, se non stiamo attenti succederà qualcosa di drammatico. Consentitemi il dolore che provo guardando il telegiornale, i bambini». È l'unico momento in cui si appassiona senza quella risata pronta dietro l'angolo. E in cui regala un po' del suo privato, della sua routine. Come quando dice di essere pieno di difetti, pesante, precisissimo: «. Il successo è un insieme di dettagli curati», o «Ma davvero è un difetto arrivare un quarto d'ora agli appuntamenti?». E come quando parla di un fenomeno squisitamente mattutino: svegliarsi storti. Capita anche lui: «Ma poi penso che l'andare a fare le cose sia il migliore antidoto alla vita».

 

Fiorello, si parte il 6 novembre

Si parte lunedì 6 novembre con Fiorello direttore artistico e autore, Fabrizio Biggio, Mauro Casciari e i suoi neologismi napoletani. La regia è del quarantenne Piergiorgio Camilli. Faranno parte della squadra anche Ruggiero Del Vecchio,il tiktoker Gabriele Vagnato, la musicista Serena Ionta con il suo ukulele e la cantante Beatrice De Dominicis fino al corpo di ballo, più numeroso quest'anno, diretto da Luca Tommassini. Le musiche sono di Enrico Cremonesi e Danti. La sigla è firmata da Jovanotti e canta Orietta Berti. La location è nuova: un glass box al Foro Italico: «Mica ci hanno sfrattato. Ce ne siamo andati noi, che è diverso e ora le sigarette le verranno a prendere al bar River», ha detto lasciandosi alle spalle la polemica sui rumori e il glass abusivo. Il leitmotiv cantabile è: «E all'alba già si balla». Sembra semplicissimo, proprio come le cose più difficili da fare. 

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Ultimo aggiornamento: 31 Ottobre, 12:54 © RIPRODUZIONE RISERVATA