Antytila, chi è la band ucraina: dal fronte di guerra al palco di Sanremo dopo la lettera di Zelensky

Vengono da Kiev, sono stati al fronte all’inizio della guerra e a Sanremo, portano «un messaggio importante per il popolo ucraino»

Domenica 12 Febbraio 2023 di Ilaria Ravarino
Vengono da Kiev, sono stati al fronte all’inizio della guerra e a Sanremo, portano «un messaggio importante per il popolo ucraino»

Dopo la lettera del presidente dell'Ucraina Volodymyr Zelensky, Amadeus ha chiamato sul palco la band ucraina Antytila. Vengono da Kiev, sono stati al fronte all’inizio della guerra e adesso, a Sanremo, portano «un messaggio importante per il popolo ucraino». I musicisti che si esibiranno sul palco dell’Ariston dopo la lettura del testo del presidente Zelensky.

Si chiamano Antytila i musicisti che si esibiranno sul palco dell’Ariston dopo la lettura del testo del presidente Zelensky. Nata ufficialmente nel 2007, sette album all’attivo, la band ha la “benedizione” di Ed Sheeran, con cui ha inciso il brano 2Step, e un legame speciale con il presidente ucraino, scelto dai componenti del gruppo come attore – quando tutto il paese lo conosceva ancora solo come comico – per recitare nel video di Lego. «Ci ha chiesto di partecipare pochi giorni prima delle riprese, sapevamo che era un bravissimo interprete - racconta Taras Topolia, il cantante - non potevamo immaginare che pochi mesi dopo si sarebbe candidato».

Cosa suonerete stasera sul palco?

«Fortetsya Bakmuth, è la nostra canzone più recente. È uscito ieri il video, che abbiamo girato in una piccola città nell’est del paese, Bakmuth, che in questo momento è al centro di una dura battaglia contro l’armata russa. Gli ucraini stanno resistendo agli attacchi e Bakmuth è diventata uno dei simboli della guerra. È una piccola città che continua a resistere, è ancora ucraina.

La canzone parla del coraggio dei nostri fratelli».

Avete pensato di suonare Lego, la canzone con il video di Zelensky?

«Da quando è iniziata la guerra non suoniamo più quella canzone. Prima la facevamo sempre, è molto popolare nel paese, riempivamo gli stadi. Adesso vogliamo cantare qualcosa che racconti quello che ci sta succedendo, vogliamo che la musica ci aiuti a spiegare ciò che viviamo ogni giorno. Quando finirà la guerra, torneremo a suonarla».

Cosa farete sul palco? La Rai vi ha chiesto di conoscere la performance in anticipo?

«Nessuno ci ha chiesto nulla. Dopo aver ascoltato la canzone ci hanno detto subito di si. Porteremo una bandiera ucraina, ma non so se la mostreremo. Dipenderà dall’atmosfera che si creerà, dal momento».

Canterete dopo il messaggio di Zelensky: cosa significa per voi?

«Sentiamo una grande responsabilità. È importante per noi rivolgerci al pubblico italiano. Non avrò tanto tempo per parlare sul palco, solo dieci o venti secondi a fine canzone, ma vorrei usarli per mandare un messaggio forte sulla resistenza ucraina. Gli italiani capiranno».

Cosa pensate delle polemiche politiche sull’opportunità di leggere il messaggio a Sanremo?

«Non hanno senso. Il messaggio di Zelensky non è politico, ma umano. Questa è una guerra ingiusta. Parliamo di un invasore che ha ucciso la nostra gente, devastato le nostre case, provato a metterci in ginocchio. Hanno occupato le città e provato a distruggere la nazione. È un genocidio. Noi difendiamo principi umani, gli stessi di ogni cittadino europeo. Se non lo fermiamo, lui verrà in Europa. Per noi è chiarissimo. La musica è uno strumento per dirlo: non si possono chiudere gli occhi, non si può ignorare cosa sta succedendo».

Conoscete la Kalush Orchestra, la band ucraina vincitrice dell’Eurovision?

«Li conosciamo, non possiamo dire di essere amici, ma portiamo lo stesso messaggio. Tra gli italiani amiamo molto i Maneskin, sono famosissimi da noi. Sappiamo che ci sostengono. Ci danno la forza di combattere».

 

Tornerete sul fronte?

«Abbiamo fatto i paramedici sul fronte per sei mesi, nella regione di Kiev. Fortunatamente la città non è stata distrutta dai missili russi. A un certo punto ci hanno sollevati dall’incarico, permettendoci di tornare a fare musica e portare nel mondo il nostro messaggio».

L’Italia e l’Europa stanno facendo abbastanza per l’Ucraina?

«Ho salvato persone e visto morire i miei fratelli. Chiedo scusa, ma per me è ovvio: prima fermiamo i russi, meno gente sarà uccisa. Ma siamo più che grati al popolo italiano per quello che sta facendo: noi faremmo lo stesso per voi».

© RIPRODUZIONE RISERVATA