Passioni e solitudini/ La casa come nido
per recuperare la serenità perduta

Lunedì 28 Marzo 2011 di Alessandra Graziottin
Venezia
VENEZIA - Insonnia, disturbi d’ansia e depressione stanno aumentando anche in Italia. Chi dorme male ha una probabilit 9 volte maggiore di sviluppare depressione e 17 volte maggiore di soffrire di ansia. anche vero l’inverso: chi depresso o ansioso dorme male, con l’associazione più forte se l’insonnia include la difficoltà sia ad addormentarsi, sia a mantenere una qualità riposante di sonno. La carenza di sonno è un potentissimo fattore di stress biologico, che mette in allarme il nostro corpo come pochi altri possono fare. Se l’insonnia è persistente, non recuperiamo la fatica diurna: il corpo entra in allarme permanente, con aumento significativo di adrenalina e cortisolo, i principali ormoni dei tempi di guerra esistenziale. Diventiamo ansiosi, nervosi, irritabili, aggressivi, iper-reattivi: in breve, esprimiamo il peggio del nostro carattere. Al mattino siamo stanchissimi e spesso esageriamo col caffè per svegliarci, ma anche per recuperare (illusoriamente) capacità di attenzione: purtroppo la caffeina ha un tempo di eliminazione lungo (più di otto ore), si accumula e finisce per aumentare l’allerta del cervello alla sera.



Il problema resta anche quando si dorme cronicamente meno di quanto si dovrebbe: ridotta qualità e quantità di sonno accentuano lo stress biologico, con perturbazioni profonde non solo nel funzionamento del nostro cervello ma dell’intero corpo. La depressione aumenta invece perché la carenza di sonno ci toglie energia vitale, riducendo i neurotrasmettitori che nutrono e mediano la nostra voglia di vivere, di fare, di desiderare e di amare.



Come migliorare la nostra capacità di dormire bene? Serve un’ecologia del sonno, e certamente aiuta avere delle liturgie serali costanti: dalla cena leggera alla passeggiata rilassante dopo cena, ora che la primavera invoglia a uscire; dal coricarsi sempre alla stessa ora, alla lettura o alla tisana; dall’evitare il caffè e altri eccitanti dalle 15 in poi, all’abolire la tv dalla camera da letto, e il computer acceso fino a notte; dallo scegliere materassi e cuscini di qualità (spesa essenziale per la salute), al curare la capacità della nostra casa di essere davvero un nido che rincuora. Ed è questo l’aspetto che merita una riflessione in più.



Insonni, depressi e ansiosi si sentono molto più soli degli altri, anche se vivono in coppia o in famiglia. E mi sembra abbiano un rapporto più “passivo” con la loro casa. Tuttavia, la casa è la nostra “tana”, che ci assomiglia e parla di noi. Quando entrambi nella coppia lavorano, spesso diventa una casa dormitorio, una casa triste, che non ci ricarica. Per stare meglio emotivamente, per vivere con più gioia e dormire con soddisfazione, bisognerebbe partire (anche) dalla casa: approfittando della primavera non solo per le pulizie di rito, ma per alleggerirla di tante cose inutili che si sono accumulate. Con un po’ di coraggio, si possono eliminare oggetti, vestiti, soprammobili: per rendere la casa più leggera, più accogliente, più invitante, più sana. Essenziale il colore; va benissimo anche il fai da te, tinteggiando anche solo una o due pareti. Benissimo anche i fiori alla finestra, ancora meglio se si ha un terrazzino o un giardino che ci consenta di tenere un piccolo animale da curare.



Una casa-tana dove è bello tornare, dove si ritrova il gusto di cucinare ricette di famiglia: perché il profumo di casa ci calma, abbassa i segnali di allarme, rinforza il nostro senso di identità e di appartenenza. Una casa dove ci sia meno bla-bla televisivo e più musica scelta che ci (ri)faccia vibrare. Più conversazione familiare e più ascolto. Il primo bisogno di ogni essere umano è appagare il sentimento di attaccamento, il sentire di avere una solida base emotiva e affettiva, che si radica – letteralmente – nella casa in cui si abita e nell’amore con cui la si vive. Lo sa bene chi è costretto a emigrare. Ma anche i nostri anziani che sradichiamo e deportiamo in “casa di riposo”, anticamera della morte psichica prima che fisica. (Ri)prendiamoci cura della nostra tana: una casa che ci accoglie e ci abbraccia è il nido a cui tornare, per vivere più intensamente anche il piacere di dormire.
Ultimo aggiornamento: 19 Marzo, 09:43 © RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci