Kevin Mitnick è morto, l'ex hacker «più ricercato del mondo» aveva 59 anni: fatale un tumore al pancreas

La storia di uno dei più famosi pirati informatici della storia

Giovedì 20 Luglio 2023
È morto Kevin Mitnick, l'ex «hacker più ricercato del mondo» aveva 59 anni: fatale un tumore al pancreas

In vita sua è riuscito a sconfiggere anche i più sofisticati sistemi di sicurezza informatica, diventando un pericolo pubblico per le aziende del settore. Ma nulla ha potuto fare contro il progressivo peggioramento delle sue condizioni di salute. E così Kevin Mitnick, ora consulente informatico statunitense e scrittore di libri, è scomparso lo scorso 16 luglio all'età di 59 anni, stroncato da un tumore al Pancreas nella sua casa a Las Vegas.

Rimarrà nella storia dell'hi tech per essere stato, tra gli anni '80 e '90, l'hacker più famoso e ricercato del mondo. Una sorta di diabolik informatico, il capostipite di una generazione di pirati della rete, capace di infiltrarsi in qualsiasi software gli capitasse a tiro. Kevin era sposato con la sua amata Kimberley, la donna che è rimasta al suo fianco durante tutto il suo calvario, lungo di 14 mesi.

Era incinta del loro primo figlio. Kevin era entusiasta di questo nuovo capitolo della sua vita. Non vedeva l'ora di veder nascere suo figlio. Purtroppo non lo conoscerà mai. 

 

Chi era Kevin Mitnick

Kevin Mitnick è nato nel 1963 a Van Nuys, appena fuori Los Angeles, da genitori separati. Fin da piccolo mostra una certa predisposizione ad "aggirare gli ostacoli". A 12 anni compra una macchinetta perforatrice per contraffare biglietti del bus: all'epoca, a Los angeles e dintorni, non erano molto economici. Ne ruba poi altri direttamente da un deposito. 

Nel frattempo cominciano a diffondersi i primi personal computer e Kevin impara presto a sfruttarne le potenzialità. Per usi non sempre leciti. A 16 anni, nel 1979, compie la prima impresa di hacking: utilizzando il pc di un suo amico perfora il sistema di sicurezza della Dell, nota azienda informatica statunistense, per clonare il loro software. La Dell sarà la prima delle sue vittime: Mitnick ci prende gusto e inizia bersagliarne molte altre. Inizia una doppia vita: conulente informatico "di giorno", pirata informatico "di notte". 

Il 1988 è l'anno della prima condanna: un anno e tre mesi di domiciliari. Ma questo non lo ferma: da casa sua comincia a bucare i sistemi informatici di aziende quali Pacific Bell, Motorola, Nokia, Nec, Apple e molti altri ancora. Continua ovviamente anche dopo il rilascio. Inizia a diventare "famoso", tra gli esperti del campo, ma nessuno sa dargli un volto e un nome. L'FBI inizia a mettersi sulle sue tracce, ma Mitnick è sempre un passo avanti: riesce perfino a spiare le conversazioni tra i vari agenti federali che indagano sul suo conto. 

Vita in fuga

Mitnick 1992 diventa fuggitivo. Iniziano a circolare sui tg le prime immagini del suo volto. Ma lui è comunque imprendibile. Cambia nome all'anagrafe (si fa chiamare Eric Weisz), cambia casa (si trasferisce a Denver), cambia fisico grazie alla palestra e cambia perfino la sua camminata per non farsi scoprire. 

Tutto per continuare a compiere crimini informatici. Da quel punto di vista non cambia niente, anzi, continua a saccheggiare tutti sistemi informatici che vuole: non solo aziende hi tech, ma anche strutture governative, università, reti telefoniche. «Ha rubato migliaia di documenti e almeno 20mila numeri di carte di credito, dalle reti di tutta la nazione», racconta un articolo del New York Times.

L'errore

La vita da fuggitivo del pirata informatico prosegue, finché anche lui commette un passo falso: nel giorno di Natale del 1995 entra nel computer del ricercatore nippo-statunitense Tsutomu Shimomura, esperto di sicurezza informatica del San Diego Supercomputer Centre.

Shimomura si mette all’opera per rintracciare il responsabile dell’incursione e ci riesce: scopre così che il modem da cui tutto è partito è collegato a una rete telefonica vicina a Raleigh, North Carolina, dove nel frattempo Mitnick si è spostato. Insieme a John Markoff, giornalista specializzato in informatica, Shimomura dà una grossa mano all'FBI a individuare l'abitazione dell'hacker losangelino. Il blitz avviene nella notte del 16 febbraio del 1995.

Tecnologie Made in Italy per difendersi dagli hacker

Processo e condanna 

Mitnick va a processo con l'accusa di frode informatica e uso illegale del telefono. Come riferisce Wired, in aula viene ritenuto perfino capace di architettare un attacco nucleare in completa autonomia. I giudici si convincono della sua pericolosità e lo condannano a cinque anni di carcere di cui uno in isolamento. 

Nonostante i molteplici e ripetuti atti di pirateria, ad oggi non ci sono prove che dimostrino che Mitnick abbia sfruttato le sue abilità per sottrarre denaro: «Le motivazioni sono sempre state opache - si legge ancora sul New York Times - Si è recentemente scoperto che aveva accumulato migliaia di numeri di carte di credito, inclusi quelli di alcuni ben noti milionari della Silicon Valley», ma nonostante questo, «Mitnick è sempre sembrato più che altro interessato a dimostrare che le sue capacità tecniche erano superiori a quelle degli esperti incaricati di garantire cybersicurezza delle varie aziende».

La nuova vita

Scarcerato nel 2000, Mitnick dice basta all'hackeraggio. Fonda e dirige la Mitnick Security Consulting, un’azienda specializzata in cybersicurezza. Entra anche nell’organigramma della società KnowBe4 ed diventa membro del comitato consultivo di Zimperium.

Scrive anche diverisi libri, alcuni dei quali diventano best seller. Tra questi c'è "L'arte dell'inganno": una sorta di bibbia per molti suoi colleghi. Per questo Mitnick viene considerato un divulgatore della cosiddetta "cultura hacker", un termine - lo ricordiamo - ancora ambiguo, che racchiude molteplici sfumature. Ispira anche diversi film, per esempio "Takedown", tratto proprio dall'omonimo libro scritto di Shimomura, il suo "rivale", che prima ha contribuito alla sua cattura e poi ha deciso di raccontare l'esperienza in quelle pagine. 

"Nell'arte dell'inganno", invece, Mitnick dà un assaggio della sua indole da Barbanera cibernetico: «Dovete usare la medesima creatività e immaginazione per proteggere i sistemi informatici e di informazione nei settori pubblici e privati. Perciò, gente, quando pensate alle politiche di sicurezza delle vostre aziende ... siate creativi e pensate fuori dal sentiero tracciato».

© RIPRODUZIONE RISERVATA