Non sono più ammesse scuse per mancare le pulizie domestiche, perché la scomparsa dei fili che limitavano l'azione degli aspirapolvere e il loro moltiplicarsi in forme e dimensioni meno pesanti e ingombranti hanno trasformato la più noiosa delle attività casalinghe, che sta diventando sempre più ricca di automatismi. La dimostrazione arriva dalla base auto svuotante, l'accessorio più recente e già condiviso da vari robot che rimettono in ordine gli ambienti: liberare il serbatoio in cui si raccoglie lo sporco rende superfluo l'intervento umano che, con dispositivi in grado di tornare alla base e ricaricarsi da soli, è pressoché nullo dopo aver attivato la macchina e stabilito il programma e le stanze da ripulire.
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I limiti
Anche se in realtà più che ragionare sul budget, la selezione va fatta in base alle proprie esigenze, all'estensione della casa e alla suddivisione degli ambienti, calcolando l'eventuale presenza di scale, animali, tappeti, parquet. La soluzione che in assoluto alleggerisce le fatiche è l'aspirapolvere robot (ci sono modelli che lavano oltre a risucchiare la polvere), che identifica gli spazi da pulire e si gestisce da remoto tramite app per smartphone (con cui si può attivare, bloccare e programmare l'aspirazione) o con la voce (in compatibilità con gli assistenti vocali Alexa e Assistente Google). A fronte dei pregi, tra i quali rientra anche la silenziosità, il primo limite sull'efficacia riguarda l'altezza dei dispositivi, con la media che si aggira sui 10-12 centimetri, quanto basta di solito (ma non sempre) per infilarsi sotto a mobili, letti e divani. Il fulcro delle operazioni è la scansione dell'area, che avviene tramite una videocamera o un laser inserito nella parte superiore dell'elettrodomestico, e si differenzia in due livelli: il primo, più semplice, analizza la superficie interessata, riconosce gli ostacoli e consente di tratteggiare zone da non toccare, mentre il secondo, più sofisticato, permette all'aspirapolvere di leggere più mappe per orchestrare la pulizia su più piani.
Con la tipica forma a D alternativa a quella rotonda e di norma più efficace su spigoli e bordi, i robot di Neato sono tra i più apprezzati nella fascia alta del mercato. Nelle settimane scorse è arrivato in Italia Neato D8 (799 euro), che sfrutta la tecnologia LaserSmart basata su Lidar per navigare in casa con un'autonomia di 100 minuti, un filtro che cattura il 99% di allergeni e particelle di polvere e la doppia modalità Eco e Turbo, votate al risparmio energetico e ad aspirazioni più intense. Con il primo milione di pezzi venduti, in Italia superati nel giugno dello scorso anno, i Roomba di iRobot sono sinonimo di aspirapolvere robot, anche perché il catalogo del brand statunitense conta su cinque serie e ha pochi eguali. Un modello da tenere a mente è l'e5154 (399 euro), progettato in particolare per catturare i peli degli animali domestici, grazie alle doppie spazzole in gomma multi-superficie e al sistema di filtrazione che elimina la quasi totalità di muffe, pollini, acari della polvere e allergeni di cani e gatti.
L'algoritmo
L'accoppiata tra i sensori Lidar e 3D per riconoscere le differenze fra gli oggetti, insieme con algoritmi di intelligenza artificiale sviluppati da Intel, è il biglietto da visita del JetBot 90 AI+ di Samsung, che arriverà in Europa nella seconda metà dell'anno. Con potenza aspirante da 30 watt, il sacchetto che raccoglie lo sporco sulla base di ricarica da cambiare ogni 60-90 giorni (dipende dall'uso) e la telecamera integrata per controllare da remoto casa e gli amici a quattro zampe, è uno dei dispositivi più completi e attesi alla prova sul campo.