Google cambia regole sulla privacy
La Ue frena: serve rifllessione

Mercoledì 29 Febbraio 2012 di Valentina Arcovio
Google, nuove regole per la privacy (Ansa/Roessler)
ROMA - Da domani Google cambia le regole sulla privacy, nonostante le molte perplessit espresse dalle autorit garanti europee e americane. Secondo il nuovo regolamento di Mountain View tutte le informazioni che gli utenti rilasceranno usufruendo dei diversi servizi offerti dal colosso - da Gmail a YouTube fino a Google Maps - verranno combinate insieme nella logica di far vivere all’utente una singola esperienza attraverso le diverse piattaforme.



In pratica tutte le informazioni finiranno in un unico calderone permettendo a Google di «consolidare in una le norme di oltre 60 servizi specifici». Se quindi si possiede un account e si è loggati nei diversi servizi di Google, i risultati delle ricerche saranno da domani sempre più personalizzati, poichè Mountain View terrà conto di quello che abbiamo detto o fatto su YouTube, Google+ e Gmail. Per esempio sarà possibile aggiungere un appuntamento al calendario Google quando in Gmail si riceve un messaggio che annuncia una riunione. Ma quella che per Alma Whitten, direttore della privacy di Google è da considerarsi «un’esperienza più semplice e intuitiva», per l’Unione Europea e per le autorita garanti della privacy di molti paesi può trasformarsi in una minaccia per la riservatezza.



L’Europa ha chiesto per la seconda volta all’azienda una pausa per analizzare se il cambio delle regole determini o meno una violazione delle leggi europee in materia di protezione dei dati personali. Invito declinato anche stavolta dal colosso del web che ribadisce la bontà delle sue intenzioni. «Il nostro approccio alla privacy – sottolinea Whitten - non cambia. Queste modifiche non comporteranno la raccolta di nuove informazioni, non modificheremo le impostazioni della privacy delle persone nè venderemo le informazioni personali dei nostri utenti agli inserzionisti». Gli utenti che non sono interessati a condividere le informazioni possono scegliere di usare il proprio browser in modalità privata o cancellare la cronologia sul motore di ricerca. L’azienda si è anche espressa a favore della proposta «Do not track», cioè l’aggiunta di un pulsante che offre agli utenti la possibilità di limitare le informazioni che possono essere monitorate durante la navigazione.



Ma questo non è bastato a sciogliere i dubbi. Anche nel nostro paese le nuove regole di Mountain View non convincono. «C'è una grave perplessità soprattutto in riferimento alla normativa europea» commenta Francesco Pizzetti, presidente dell'Autorità garante per la privacy. «L’informativa fornita agli utenti – sottolinea - è apparentemente esaustiva ma in realtà troppo generica ed elusiva. La prossima riunione dei Garanti europei del 22 marzo sarà sicuramente un’occasione di riflessione».
Ultimo aggiornamento: 16 Marzo, 12:06 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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