Su Instagram c’è anche una pagina di loro fan, di sostenitori della coppia. SaschaandOlga. Lui, Alexander Zverev, detto Sascha, campione di tennis. Lei, Olga Sharypova, modella e fotografa.
QUELLA VOLTA A NEW YORK
Tutto comincia la scorsa settimana, quando Olga in un lungo post su Instagram racconta di aver subito maltrattamenti da parte di un suo ex. Senza fare nomi. I media del suo Paese, evidentemente scossi, la contattano e, parlando con loro, la Sharypova va oltre. Sascha ancora una volta non viene mai citato ma i riferimenti tennistici fugano ogni dubbio. «Era l’agosto di un anno fa, eravamo agli Us Open, ho fatto una passeggiata con Dasha Medvedeva (la moglie del tennista Daniil Medvedev) e sono tornata tardi in albergo. Al mio arrivo abbiamo discusso pesantemente, fino a quando lui ha cercato di soffocarmi con un cuscino. Sono scappata scalza in strada. Non è stata l’unica volta che mi ha messo le mani addosso, ma quella volta ho temuto davvero che potesse uccidermi».
Parole respinte a mittente da Zverev che, ancora nella pubblica piazza dei social, si stupisce. «Io e Olga ci conosciamo da quando eravamo bambini. Davvero non capisco perché ora dica tutte queste falsità». Olga però rincara la dose. «Se è tutto falso perché mi hanno vista correre scalza per strada? E perché ci sono delle foto che mostrano le mie cose gettate fuori dalla camera d’albergo? Se sei così coraggioso, rispondi a queste domande». Sascha a questi interrogativi a distanza non risponde, ma alle domande dei giornalisti di Parigi-Bercy, torneo nel quale è impegnato in questi giorni, non può sottrarsi. I toni sono i medesimi, «tutto falso», «non so perché lo abbia fatto» e «quello che dovevo dire l’ho già detto». E chissà che non sia stato proprio questo distacco a spingere Olga a tornare alla carica.
OFFESE E SILENZI
«Nella nostra relazione c’erano troppe pressioni psicologiche. Lui mi diceva di continuo: “Non sei nessuno, non hai niente... Io ho soldi e successo” - ha raccontato la Sharypova a Raquet - Amavo Sascha e credevo che saremmo riusciti a superare tutto questo. Quando l’ho lasciato non mi sentivo pronta a raccontare tutto, ma ora lo sono e ho scelto di parlare per aiutare altre donne che si trovano nella stessa situazione». Ribadito anche il possesso di foto e video che confermano l’accaduto, alcuni dei quali mostrati anche al giornalista del magazine americano che l'ha intervistata.
Ma il passaggio peggiore del racconto di Olga è ancora un altro: «A Ginevra, per la Laver Cup, litigammo in stanza e mi diede un pugno. Non lo aveva mai fatto prima. Mi aveva piegato le braccia, sbattuta al muro, aveva provato a soffocarmi ma non mi aveva mai dato un pugno. Continuava a umiliarmi e picchiarmi, ma al tempo stesso non mi avrebbe lasciato andare. Così decisi di farla finita: mi chiusi in bagno e mi iniettai dell'insulina - racconta Olga - Quando Sascha capì costa stava succedendo mi supplicò di aprire, poi andò a chiamare un ufficiale del torneo che mi convinse ad aprire e mi diede del glucosio per contrastare gli effetti dell'insulina».
Zverev questa volta ha scelto il silenzio, nessuna controreplica. Forse per cercare di far placare almeno una delle polemiche che lo stanno accompagnando in questi giorni. Anche la futura madre di suo figlio, la modella tedesca Brenda Patea, infatti, nell’annunciare la gravidanza non ha avuto parole tenere nei suoi confronti. «Fortunatamente posso crescerlo da sola, non condividerò con Sascha la custodia del bambino». Perciò l’«anche se non stiamo più insieme i rapporti sono buoni» di Sascha fa quasi tenerezza e il suo «insieme ci prenderemo cura di lui, lontani dai media», suona più che altro come «i panni sporchi ce li laveremo a casa» di un ragazzo il cui temperamento è difficile da controllare. A quanto pare, soprattutto per lui.