La Wada fa appello contro l’assoluzione di Jannik Sinner e chiede un anno o due di squalifica. La sua positività al Clostebol (steroide anabolizzante) aveva fatto notizia, ma la sua assoluzione aveva fatto ricordare quelle di Matilde Paoletti (21 anni) e Marco Bortolotti, 33enne specializzato in doppio. In entrambi i casi, la sentenza è stata chiara: nessuna colpa o negligenza. Come nel caso Sinner, anche per Paoletti e Bortolotti le versioni degli atleti sono state ritenute credibili.
La storia di Paoletti risale al 2021: era risultata positiva al Clostebol il 28 agosto di tre anni fa ed era stata sospesa in attesa del giudizio.
LA SQUALIFICA DI BATTAGLINO
Invece, recentemente è stata confermata la squalifica, dal Tribunale di Arbitrato Sportivo di Losanna (il Tas), di quattro anni per Stefano Battaglino. Cosa era accaduto? Il 14 settembre 2022 Battaglino, mentre giocava il primo turno a Casablanca contro lo spagnolo Barreto Sanchez, aveva chiamato un time out medico e aveva richiesto l’intervento del fisioterapista per un massaggio per risolvere una contrattura a un polpaccio. Il terapista era uno di quelli ingaggiati dagli organizzatori e aveva effettuato il trattamento con una lozione a mani nude. Tre giorni dopo, la positività al Clostebol. Il massaggiatore non aveva mai risposto alle richieste di testimoniare. Da qui la squalifica, non essendo Battaglino riuscito a dimostrare il nesso causale tra intervento del fisioterapista e la positività.
GLI ALTRI CASI DELLO SPORT
Non solo Jannik Sinner. Prima di lui anche altri atleti sono risultati positivi al Clostebol. Dal difensore argentino dell’Atalanta, José Luis Palomino, assolto dopo che la Procura aveva chiesto una squalifica di due anni (la contaminazione era stata inconsapevole), a Viktoria Orsi Toth, la giocatrice italiana di beach volley che, proprio per il Clostebol, fu costretta a rinunciare alle Olimpiadi di Rio de Janeiro del 2016. Come loro anche il giocatore di basket dell’Olimpia Milano, Riccardo Moraschini, risultato positivo nel 2021. O anche Gabriel Silva Santos, il nuotatore brasiliano che fu trovato positivo al Clostebol a giugno del 2019 e sospeso per otto mesi. O ancora, nel mondo del calcio, Fabio Lucioni, nel 2017 al Benevento: fu squalificato per un anno dal Tribunale Antidoping a causa della positività al Clostebol. Infine, il ciclista Mattia Luboz nel 2017.
IL CASO DI SIMONA HALEP
Non c’entra il Clostebol, ma il Tas in passato ha accolto il ricorso della tennista romena Simona Halep, riducendo la sua squalifica per doping da quattro anni a nove mesi. Halep era stata squalificata nel 2022 dopo gli Us Open per aver violato due volte il protocollo internazionale dell’antidoping: prima assumendo il Roxadustat, un farmaco per trattare l’anemia vietato agli atleti, e poi per altre irregolarità nel suo passaporto biologico, il sistema usato per tracciare i parametri ematici (i valori del sangue) degli atleti.