Italia, Spalletti: «Immobile non è sconvocato, ma altri sono più in forma. Totti? Un'ispirazione, sarà bello rincontrarci»

Il ct azzurro è intervenuto in sala stampa a Coverciano

Lunedì 13 Novembre 2023 di Alessandro Angeloni, nostro inviato a Firenze
Italia, Spalletti in conferenza stampa: nel mirino la qualificazione a Euro2024

Ora o mai più. Luciano Spalletti, fresco ct azzurro, è già al suo primo bivio: la Nazionale si prepara per gli ultimi due impegni del girone di qualificazione per Euro 2024.

Due partite decisive, dalle quali l’Italia dovrà uscire con quattro punti. Venerdì 17 gli azzurri affronteranno la Macedonia del Nord allo Stadio Olimpico di Roma per poi vedersela lunedì 20 novembre alla BayArena di Leverkusen con l’Ucraina, ancora costretta a giocare fuori casa per via del conflitto con la Russia.

 

Per la Nazionale c’è in palio il secondo posto del Gruppo C, che vale l’accesso diretto all’Europeo in Germania. Ricapitolando: con una vittoria conteo la Macedonia del Nord la Nazionale di Spalletti potrà accontentarsi di un pareggio con l’Ucraina per raggiungere il secondo posto, per via del vantaggio che ha nello scontro diretto (vittoria ler 2-1 a Milano) con l’Ucraina. Un pari o una sconfitta con la Nord Macedonia obbligherebbero invece l’Italia a vincere l’ultimo match con l’Ucraina.

Immobile e la fascia da capitano

La conferenza si apre con una domanda sulle scelte dei convocati, in particolare sull'esclusione, la seconda consecutiva, di Ciro Immobile: «Io non sconvoco nessuno, ma ne chiamo altri. Immobile è un calciatore molto importante che seguiamo come tutti. Dobbiamo tenere conto di molte cose, in questo momento mi sembrava che chi ho convocato fosse più in condizione. Anche se lui ha giocato e ha fatto anche un bel gol, gli ho fatto pure i complimenti. I criteri sono semplici: dobbiamo andare a vincere le partite. Dipende anche dai momenti che attraversano con i loro club. Ad esempio Jorginho: la prima volta che ho fatto le convocazioni non aveva mai giocato, poi è cresciuto e mi ha sempre mostrato il desiderio di venire a giocare con l’Italia. Sta meglio, è tornato uomo squadra, è stato fatto capitano dell’Arsenal. Immobile sarà ancora capitano? Il criterio delle presenze non è l’unica chiave, deve essere un leader, deve saper parlare alla squadra. Deve esserci nelle difficoltà, deve essere stimato dagli avversari. È un insieme di qualità. Ho lasciato Immobile perché lo ritenevo giusto. Donnarumma mi è piaciuto a Milano nella contestazione, ha mostrato personalità».

Le prossime partite

Sull'importanza delle prossime partite e sulle idee di formazione: «Vincere la prima ci dà un vantaggio e farò attenzione a quella gara. Poi si faranno valutazioni, qualcosa verrà cambiato. Intanto dritti al cuore, vincere subito. Il cuore degli italiani vuole questo. Gli assenti saranno sostituiti? Valuteremo, forse un paio di giocatori verranno chiamati, qui ci sono alcuni che hanno piccoli problemi. Vediamo. Quanto alla paura di Ucraina e Macedonia, io ce l’ho sempre per mano, è anche questa un’emozione ma deve stare alle mie regole. Non essendo stato nessuno nel calcio certo che ho paura, poi non bisogna esserne vittima. C’è la partita e poi si vede se avrò avuto paura o meno».

Sulla necessità di lavorare più sulla testa o sulla tattica: «Si lavora su entrambe le cose. Ai giocatori va spiegata la gara che abbiamo giocato, contro l’Inghilterra ho visto dei raggi di luce. Ai ragazzi ho detto che le sconfitte di solito si accantonano, invece questa la dobbiamo portare dietro, perché molto è stato fatto bene. Si ragionerà su questo, eliminare i difetti. Poi si lavora in campo sulla Macedonia. Si guardano i video, ci scambiamo i materiali attraverso un’app. I filmati sono sempre di squadra, anche se all’interno ci sono i comportamenti individuali. Tutti i ragazzi hanno un po’ di timore a giocare contro l’Italia e sono stimolati. Dobbiamo essere all’altezza».

Zaniolo, gli indisponibili e Totti

Su Zaniolo: «Quando si sono venuti a farci visita le autorità ha sempre detto di aver giocato ad altro e non sul calcio. Era dispiaciuto. Non era così pulito, ma non aveva nulla a che fare con quella situazione incriminata. Prima di convocarlo ho parlato con la Figc e non c’erano divieti. Si dà una mano a questi ragazzi. Chi sono gli indisponibili? Udogie è infortunato. Cambiaso ha una caviglia gonfia, Cristante ha un affaticamento muscolare, Locatelli è andato a casa per un problema fisico (lieve frattura scomposta alla costola, ndr). Jorginho ha i punti in testa, la prima volta che colpisce di testa in carriera. Abbiamo bisogno dei suoi piedi, non andrà a colpire di testa. Lui è sempre stato determinato, qui è arrivato per primo. Sono segnali importanti».

Pagelle Serie A: il jolly di Dimarco (10), Garcia, addio Napoli (3). Ma il peggiore è il Var (1)

Nota lieta il ritorno di Buongiorno: «Sono andato a vederlo a Torino, non lo avevo convocato la prima volta perché aveva basso minutaggio, poi era infortunato. È una persona squisita, professionista eccezionale, ha scelto di restare a Torino e questa è una decisione significativa. Cosa mi colpisce del campionato italiano? La costruzione, la pressione e le distanze del blocco squadra. Con le distanze giuste si domina e si soffre nella maniera giusta. Se ti allunghi diventa difficile e nel nostro campionato vedo poch squadre con distanze lunghe. Si deve stare in trenta metri. Le squadre forti non perdono le distanze, nemmeno nella sofferenza. Noi ad esempio siamo stati corti nel primo tempo con l’Inghilterra, poi meno».

Sull'incontro con Totti al Bambin Gesù: «Andare dai bambini dell’ospedale è importante, bisogna portare il nostro abbraccio. Quando ero a Roma sono andato a condividere con loro qualche momento di felicità. Mi fa piacere incontrare Francesco e anche lui è molto sensibile per le persone che hanno bisogno di aiuto. Sarà bello trovarsi lì, assume più valore. Sarà un piacere riparlare con lui, potergli ritelefonare. È stata la mia fonte di ispirazione calcistica, molte cose che mi ha fatto vedere sono ancora moderne. L'alluvione in Toscana? È la mia terra, il mio sangue. Brutto vedere le persone messe a dura prova, proveremo a farli reagire».

Sulla situazione del Napoli, vicino all'esonero di Garcia: «Penso sia ingiusto per un allenatore i paragoni col passato, deve essere giudicato per quello che fa, per il suo percorso, per i tentativi di migliorare. Io stimo molto Garcia. Il passato è bellissimo e il calcio deve portarselo dietro ma l’allenatore attuale non deve essere preso di mira per questo».

Ultimo aggiornamento: 18:38 © RIPRODUZIONE RISERVATA