Domani, 17 ottobre, ci sarà il primo vero banco di prova per l'Italia di Luciano Spalletti.
«Sappiamo la loro forza e storia, ma in queste circostanze si sfogano i nostri sogni, questa è la partita in cui ti senti felice di poter superare i limiti, questo significa avere personalità per una squadra tosta e non trovare la scusa nella forza dell'avversario. Non bisogna pensare alle partite-comfort successive, lì sono capaci tutti poi di mettersi in mostra». Il match di Wembley infatti più che per la classifica del girone C, in cui gli inglesi sono capolisti a quota 13, a +3 sul'Italia seconda (a pari merito con l'Ucraina ma con una partita in meno), servirà per testare i progressi di una Nazionale che sembra ancora lontana da quella che ha vinto, proprio a Londra contro la squadra di Southgate, l'ultimo Europeo: «Quella partita rimarrà nella storia della Nazionale. Ora tocca a noi prenderci delle cose indelebili come lo fu quell'abbraccio tra Mancini e Vialli».
«Lavoriamo sui particolari», ha aggiunto Spalletti, «i calciatori sanno già tante cose, ma bisogna pensare che si può sempre crescere e donare altro. Dobbiamo assumere gli atteggiamenti che rendono felici le persone che ci guardano. Udogie? Si tratta di un ragazzo che deve fare esperienza e riconoscere le situazioni, ma ha un motore incredibile che avanza anche per gli altri. Ci può dare una grande mano in una partita in cui serve forza e fisicità».