Il campionato riparte, riposate o arrugginite le squadre tornano in campo ma con mille incognite

Giovedì 5 Marzo 2020 di Alessandro Angeloni
Il campionato riparte, riposate o arrugginite le squadre tornano in campo ma con mille incognite
Giocare, forse, vuol dire non morire e significa almeno poter riavviare una parvenza di normalità, quella che auspica anche il ct della Nazionale, Roberto Mancini. Normalità sì, ma per ora a porte chiuse. Per qualcuno ormai, giocare, non è normale da un po’. Ci sono squadre che avevamo dimenticato, vedi il Sassuolo. La squadra di De Zerbi, che domenica alle 15 affronterà il Brescia, non scendeva in campo dal 16 febbraio, quando ha perso in casa contro il Parma. Anche l’Inter in campionato non si vede da quella data (sconfitta contro la Lazio all’Olimpico), ma almeno Conte ha avuto la possibilità di testare la squadra giovedì scorso contro il Ludogorets in Europa League, se non altro è il primo a essere abituato alle porte chiuse. Stesso discorso vale per la Juve, intravista a Lione in Champions. Sono loro le più attese del week-end, pronte, si fa per dire, alla supersfida nel deserto dello Stadium, domenica. Le squadre, tante, dovranno gettar via la ruggine, accumulata in queste due settimane di stop forzato. Come il Sassuolo, c’è il Verona. Che si è fermato a Udine, il 16 febbraio (0-0). Juric ha i capelli dritti, frenare una squadra che correva a cento all’ora diventa come vivere l’effetto sosta, che si sa, di solito va bene a chi è in crisi e meno a chi sta alla grande. C’è chi ha la possibilità di recuperare giocatori importanti (Inter), chi invece come il Milan dovrà testare lo stato nervoso, visti i problemi societari vissuti in questi giorni. 
ZHANG RIBELLE GENEROSO
Il Milan ha giocato il 22 febbraio con la Fiorentina e poi si è dovuto fermare. Un po’ meno di Sassuolo e Verona, di più di Juve e Inter, visto che la sfida di Coppa Italia con il bianconeri l’ha disputata prima del match del Franchi. Sabato si gioca Samp-Parma, altre due squadre sparite il 16 febbraio. Cominciano loro questa ripartenza del campionato all’epoca del Coronavirus. Quelle che hanno avuto la fortuna (o sfortuna) di scendere sempre in campo sono Lazio, Roma e Napoli tra le big e il Lecce, che ha giocato una partita contro i giallorossi e una contro l’Atalanta (scesa in campo pure con il Valencia in Champions, tre giorni prima del caos). Nel prossimo week end non giocheranno oltre alla Lazio, la Roma, il Napoli, il Lecce e Atalanta, anche Cagliari, Torino e Bologna. Capiremo dal campo quanto certe formazioni avranno perso o se avranno ricevuto vantaggi, ma un occhio di riguardo - e a questo pensano le società - anche alle strutture: il Napoli ha provveduto ad igienizzare lo Stadio San Paolo, sia gli spalti che le zone interne oltre gli uffici, gli spogliatoi e i corridoi. Igienizzazione per tutti e ovunque. Verranno controllati pure i giocatori. Il Parma ha ingannato l’attesa con un’iniziativa nobile. «In questi giorni i veri eroi non sono calciatori, allenatori, sportivi e atleti, ma quelle persone che si stanno sacrificando in prima linea, in silenzio e senza sosta per aiutare tutti noi a superare la complessa situazione sanitaria attuale. Medici, infermieri, ricercatori, operatori sanitari, autisti. Sono loro la squadra più forte di Parma», così gli emiliani in un comunicato e per questo ha donato 25.000 euro al Reparto di Malattie Infettive dell’Ospedale Maggiore di Parma. Il ribelle Steven Zhang ne ha versati 100 mila al Sacco di Milano. Insomma si prova a ricominciare. Claudicanti, si prova. 

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