Barcellona, estate 1982, Claudio Gentile ha il compito di marcare Diego Armando Maradona.
Ma che tipo di marcatura fu? «Falli ne feci, certo, come sempre nel calcio: ma senza mai picchiare - ricorda ancora Gentile - Due giorni prima della partita, Bearzot venne nella mia stanza e disse: prendi Maradona. Pensavo scherzasse, non era il mio tipo di marcatura: dovevo andare su Kempes. Ma invece il 'Veciò non scherzava. Così mi misi a studiare Diego». Che era un giocatore immarcabile, o quasi. «Con i piedi faceva quel che voleva, inventava giocate imprevedibili di continuo - conclude Gentile -: per me è stato il più grande di sempre, più di Pelè che giocava un altro calcio, e Messi non è paragonabile...Per questo avevo capito che c'era solo un modo per fermarlo: mettersi sulla linea di passaggio e impedire che il pallone gli arrivasse. Ma questo non lo accettò mai. Riposi in pace»
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