Lazio-Roma, derby da dentro o fuori: in palio la semifinale

Mercoledì 10 Gennaio 2024 di Alessandro Angeloni
Lazio-Roma, derby da dentro o fuori: in palio la semifinale

Una sensazione forte: non ci annoieremo. Non rivivremo quel triste tira e molla di metà novembre, quando Maurizio Sarri e José Mourinho decisero di aspettarsi, di vincere senza osare, per poi non vincere proprio.

E alla fine, dopo un botta e risposta velenoso, dopo qualche provocazione da derby, i due si sono abbracciati per festeggiare quel triste zero a zero, in perfetto stile anni 90. Stavolta Mau e Mou hanno scelto il silenzio, ognuno per la sua strada, che solo oggi si incrocerà. Non ci annoieremo perché questa partita deve per forza estrarre un vincitore e nessuna delle due squadre poi, vista la situazione e le toppe messe qua e là per i numerosi assenti, pensa o spera di andare ai supplementari. Quindi, caccia al risultato da subito. Non ci annoieremo perché prevarrà il desiderio di superarsi, quello che muove la palla in avanti e non indietro, quello che può rendere fenomenale un uomo qualunque e i derby di Coppa Italia sono pieni di eroi (quasi) per caso, da Tonino Di Carlo a Fabio Simplicio, per non dimenticare di Senad Lulic, diventato personaggio mitologico per il popolo laziale dopo aver deciso la finale del 2013. Aspettiamoci di tutto, insomma, non solo dai big. Magari è l'occasione per festeggiare una testata vincente del giovane Huijsen o un intruppata di Bove, o che si possa gioire per Castellanos, eterno vice Ciro, che diventi protagonista della rete della svolta, o che Isaksen (se entrerà) sterzi a destra, poi a sinistra per abbattere la porta giallorossa. In prima linea ci sono i volti noti, di Sarri e Mou: Bukowski contro Cicerone, due anime tatticamente agli antipodi ma vicini quando si tratta di sparare sulle istituzioni, o di tirare fuori sempre una voce fuori dal coro. Mou, questo derby, se lo sente addosso, più di altri vissuti nel recente passato. Queste sono le sue partite, quelle da dentro o fuori, come una finale e di queste un po' se ne intende, dove non si molla un centimetro e lui certe notti le sa preparare, le crea, le anticipa, ci si arrotola. José si gioca tanto, vuole tornare a battere la Lazio da allenatore della Roma, ci è riuscito una sola volta, mentre il suo collega è a quota tre, e ora inevitabilmente sogna di servirgli un umiliante poker. E' un derby non banale, può lasciare segni su chi lo perderà (e come lo perderà). La Lazio si è appena riaffacciata nelle zone alte della classifica, la Roma fa su e giù e ora è tornata un po' più giù e la certezza di arrivare al quarto posto non c'è. Meglio puntare a un trofeo, che non porta soldi ma che Mou quasi preferirebbe, visto che l'eventuale Champions lui (forse) nemmeno la giocherebbe (ha il contratto in scadenza e di rinnovo ancora non si parla). La Coppa Italia, l'Europa League, alla fine sono obiettivi più concreti e il derby è un primo trampolino. Immaginiamo una Roma coraggiosa, che vuole vincere a tutti i costi e che si piazza nella metà campo avversaria. Lukaku, Dybala, Pellegrini (se ce la fa a recuperare), non potranno essere sviliti, hanno bisogno della palla pulita e continua, di essere sempre coinvolti e non abbandonati. Da lì nasce l'estetica; la Lazio, per natura, è già strutturata in questo modo e anche lei ha fame di vittoria e la Coppa Italia, da qualche anno a questa parte, la sente un po' sua, mentre la Roma è reduce da vertiginose figuracce, per citarne un paio, le eliminazioni con Spezia e Cremonese. Stavolta non c'è nessuno che possa accontentarsi, che possa nascondere il pallone. Nessuno che si possa accontentare del pari. Un risultato che per una volta non esiste. Questo è un derby per cuori forti. Giocatevelo.

Ultimo aggiornamento: 17:04
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