Il calcio sa ancora regalare storie di straordinaria umanità. Come quella di Musa Juwara, gambiano classe 2001 (quasi 2002 visto che è del 26 dicembre) eroe del Bologna vittorioso a San Siro sull'Inter. Musa è stato l'autore del gol del pareggio, con la sua squadra in 10 contro 11 che sembrava ormai spacciata. Invece una manciata di minuti dopo il suo ingresso in campo deciso da Mihajlovic, Juwara ha battuto Handanovic e nonostante le enormi gradinate vuote nel suo cuore e nella sua testa è risuonato un boato di gioia che solo una favola può regalare. Quattro anni fa, infatti, Musa arrivava in Italia ma non in un aeroporto dove arrivano i campioni destinati a far sognare i tifosi. Juwara sbarcò in Sicilia, scendendo da un barcone della disperazione. Aveva 15 anni ed era solo, niente genitori con lui: lo avevano vestito e affidato ai Caronte che attraversano il Mediterraneo la sua vita e il suo talento calcistico. Che il ragazzo ci sapesse fare se ne accorsero per primi al centro di accoglienza di Ruoti (Potenza) dove venne affidato, l'allenatore della Virtus Avigliano capì che Musa poteva costruirsi un futuro da sogno con i piedi e lo prese in affidamento portandolo a vivere con lui e con la moglie.
Ma in Basilicata ci resta solo un anno: nel 2017 il Chievo lo nota e lo aggrega alla Primavera.
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