Roma, da Totti a De Rossi, Florenzi e ora Dzeko: quella fascia della Roma è una condanna

Martedì 26 Gennaio 2021 di Alessandro Angeloni
foto Mancini

Con quella fascia un po’ così... Una fascia da schiaffi, una fascia triste. Te la danno per meriti e la tolgono quando non te lo aspetti, quando non vuoi. La fascia è bella e maledetta. Nella Roma il capitano è sempre stata una figura dominante, coinvolgente, ma spesso è finito male. Da Di Bartolomei a Dzeko, passando per Conti, Giannini, per Totti, De Rossi e Florenzi, storie deteriorate, o meglio degradate. Pellegrini è autorizzato a fare gli scongiuri, ma l’elenco è lungo. Son i ragazzi della fascia sfilata. L’ultimo che l’ha persa è Dzeko, uno dei migliori attaccanti della storia della Roma.

Per ora i gradi li ha “lasciati” perché non gioca ma forse li mollerà perché se ne andrà o perché si sceglierà, per volontà di Fonseca, di premiare il suo amico Pellegrini. 

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IL LONGEVO
Se la fascia è stata “sfilata” al capitano più longevo, ovvero, Totti, il resto ci sorprende meno. Totti non ha smesso, ma come dice lui, lo hanno fatto smettere: quel prezioso pezzo di stoffa, con i nomi dei figli stampati sopra, non l’ha potuto più indossare, baciare. Quella fascia gli faceva compagnia dall’ottobre del 1998, quando Aldair la gettò polemicamente a terra (ecco, lui sì, l’ha mollata di sua sponte, a Bergamo), e poi gliela consegnò. E poi c’è De Rossi, da sempre capitano del futuro e da sempre leader da spogliatoio, anche quando quella fascia non ce l’aveva. Ma poi, quando gli è toccata di diritto, lo hanno dismesso: anche Daniele, niente contratto. Tutto all’improvviso, tutto inaspettato, se l’è goduta poco. Addio, come fu per Ago e Totti, romani porta bandiera. Per non parlare poi di Florenzi, il più tormentato. I gradi sono stati un macigno. Prima capitan designato, poi capitan panchina, quindi capitan fuggitivo (a Valencia, in prestito) e infine capitan addio (Psg, cessione definitiva). Tutto in un anno scarso. A Pellegrini il compito di riprovarci, sperando abbia più fortuna dei predecessori. Lui poi, il designato da Totti stesso. Un altro capitano abbandonato è stato Di Bartolomei (‘80-‘84), come detto, capitano dello scudetto come Totti ‘(98-2017), poi lasciato partire tra molti rimpianti. Dal ‘87 al ‘96 è toccato a Giannini, che Sensi ha costretto a emigrare in Austria. A Peppe la fascia la tolse anche Ottavio Bianchi (‘90-‘91), per motivi disciplinari, in quel periodo finì sul braccio di Rudi Voeller, capitano straniero come Abel Balbo e Aldair. Tra non stranieri, ma nemmeno romani, ricordiamo Cordova (ceduto alla Lazio da capitano della Roma), Santarini e prima ancora Losi, poi Ancelotti e Carboni. Nessuno è profeta in patria, tanto meno i capitani, che spesso la barca gliela fanno abbandonare.


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