Partiamo dall’immediato futuro: domani, Roma-Juve, arbitrerà Massa, che per la cronaca è il direttore di gara che ha espulso Mourinho durante l’ultima sfida contro il Napoli dopo una plateale protesta per un fallo - a suo dire - non fischiato su Zaniolo.
I PRECEDENTI
«I criteri arbitrali sono stati così diversi, così opposti, che non riesco a capire quello che dobbiamo dire all’allenatore e ai giocatori. Situazioni uguali hanno avuto criteri di giudizio totalmente opposti», questo è Tiago Pinto, con data 2 novembre 2021. Era il giorno dopo Roma-Milan (arbitro Maresca), sembra anche il giorno dopo Milan-Roma (Chiffi, appunto). Difformità, questa la parola chiave, emersa dopo la serata di San Siro, quando l’arbitro di Padova ha valutato diversamente episodi simili, dal secondo rigore concesso al Milan (fallo di Mancini su Leao) a quello non concesso alla Roma (Tonali su Zaniolo), dalle ammonizioni a Zaniolo e Karsdorp al rosso non concesso a Krunic. Per non parlare del fallo di mano di Abraham: un tocco che col passare dei minuti sembra sempre meno evidente, meno decisivo. Questi gli appunti della Roma e di tanti romanisti. Le questioni arbitrali non nascono a San Siro, questo è evidente. Mourinho ha di che lamentarsi da inizio stagione, dalla famosa espulsione di Pellegrini prima del derby: Roma-Udinese, arbitro Rapuano. Il fallo, secondo Mourinho non era così eclatante, quindi l’espulsione esagerata, tanto da chiedere la presenza di Lorenzo nel derby. Presenza che ovviamente non c’è stata, e non solo: Josè protesta anche dopo la partita contro la Lazio (arbitro Guida) per un mancato rigore su Zaniolo e per il conseguente gol di Pedro, scaturito dal prosieguo di quell’azione. Andiamo avanti: Orsato la fa grossa a Torino, in occasione di Juve-Roma.
Non concede il vantaggio quando segna Abraham, fischia invece il rigore (sbagliato poi da Veretout) e non lo fa ripetere nonostante Chiellini entri in area. «Mica è colpa mia se avete sbagliato il rigore» dirà il direttore di gara di Schio a Cristante nel tunnel che porta agli spogliatoi. Frase che fa infuriare ancor di più Mou e la società. Poi c’è Roma-Milan, con rigore concesso dall’arbitro Maresca - ritenuto molto generoso dal tecnico e come detto, da Pinto - e uno non assegnato alla Roma dopo un intervento di Kiaer su Pellegrini. A Bologna (arbitro Pairetto), le proteste di Mou, che quando è arrabbiato spesso evita di parlare dopo i match, per l’accanimento degli arbitri nei confronti di Zaniolo e per l’ammonizione - esagerata per la Roma - ad Abraham, che era diffidato (come Karsdorp, pure lui ammonito nel finale, quindi squalificato) e ha dovuto saltare la sfida con l’Inter. A Venezia le proteste più vibranti di Mou: arbitro Aureliano (l’altra sera era al Var): rigore concesso ai veneti per un contatto di Cristante con Caldara. José specificherà che è stato più il difensore a cercare il piede rispetto a Bryan. Un episodio tira l’altro, una dichiarazione tira l’altra. Poco è cambiato, però. Mou pensa di pagare, a distanza di anni, il suo atteggiamento ribelle mostrato ai tempi dell’Inter. Le famose manette. Possibile? Forse no, ma filtra che i direttori di gara non gradiscano troppo questo suo continuo lamentarsi. La partita, di sicuro, non è finita. E domani c’è Roma-Juve.
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