Era la sua scuola, è stato il suo rifugio sotto le bombe e in suo nome tanti ragazzi faranno cinema.
E sarebbero piaciuto a Olmi - garantisce il figlio Fabio - i 10 cortometraggi interamente scritti e interpretati dai bambini, anche loro alle prese con le difficoltà della pandemia, tanto che per girare alcuni lavori - appena terminato il lockdown dello scorso anno - la dirigente Laura Barbirato aveva riaperto la scuola solo per le riprese. «Il festival è nato per dare visibilità ai lavori fatti nei laboratori scolastici - racconta Martina - e soprattutto perché mancava un cinema fatto dai ragazzi per i ragazzi dove potessero raccontare le loro storie. Per questo, sull'esempio di quanto fatto da Kiarostami in Iran, mi piacerebbe aprire un centro di cinema per l'infanzia e l'adolescenza». Da domani i 10 cortometraggi verranno proiettati in streaming: da “Guardami negli occhi”, che racconta i problemi di comunicazione tra adolescenti, a “Tre bravi ragazzi”, che affronta il tema della competizione, fino a “Tutta colpa del condizionale” dove Cristina e Simone, mentre coniugano in classe il condizionale del verbo scappare, si fanno trasportare dal sogno di fuggire da scuola.