La campanella della scuola, il 13 settembre, tornerà a suonare.
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GLI ORARI SCAGLIONATI
E così torna l'incubo degli orari posticipati. Riguarda tutti, dalla materna alle superiori. Per gli alunni più piccoli, lo stravolgimento degli orari rischia di mettere in crisi le famiglie; per gli studenti delle superiori il problema riguarda tanto le famiglie quanto l'organizzazione scolastica e lo studio, soprattutto quello da fare nel momento in cui si torna a casa. Gli istituti comprensivi, dall'asilo alle medie, devono dividere gli orari per far sì che quando i genitori arrivano a scuola per accompagnare o prendere i bambini abbiano poi il tempo di andare via e lasciare spazio alle classi successive. Non è possibile consentire la ressa fuori dal cancello quindi i gruppi devono essere di poche classi. Per questo è possibile utilizzare anche più ingressi, sempre che l'istituto ne abbia diversi. La decisione spetta ai dirigenti dei singoli istituti ma ad oggi non è ancora stato comunicato come potranno organizzarsi: una bella incognita per i genitori che, da qui a tre settimane, dovranno far coincidere gli orari di scuola con quelli del lavoro. Chi potrà, chiamerà a raccolta nonni e baby sitter: il resto dovrà fare i conti con disagi non da poco. Specie se in famiglia ci sono più figli in età scolare: «Così è difficile organizzarsi - spiegano i rappresentanti dei genitori di un liceo romano - abbiamo bisogno di sapere per tempo gli orari che adotteranno le scuole frequentate dai figli, altrimenti impossibile far coincidere tutto».
I TRASPORTI
Gli orari delle superiori, invece, sono strettamente legati al trasporto pubblico: per evitare di mandare in tilt il servizio, che comunque deve marciare all'80% della capienza massima, si proverà a dividere i ragazzi in blocchi separati. Nell'anno scolastico 2020-2021 il caos dei trasporti fu una delle cause per cui si decise di chiudere le lezioni in presenza a novembre e mandare tutti in didattica a distanza, al 100%. Poi, per la ripresa in presenza a gennaio, vennero creati due orari distinti e ben separati: il primo con l'ingresso alle 8 di mattina e il secondo alle 10. Per settembre non si è deciso se adottare questa soluzione o lasciare ai territori la scelta. «Restiamo in attesa di notizie sullo scaglionamento degli orari d'ingresso - ha spiegato Cristina Costarelli, presidente dell'Associazione nazionale dei presidi del Lazio - dopo aver rappresentato le criticità che essi comportano al prefetto di Roma e sollecitato l'adeguamento dei trasporti pubblici». Le criticità non sono poche: una classe di scuola superiore, a cominciare dagli istituti tecnici e professionali, può stare in aula anche per 6 ore. Entrando alle 10, si esce alle 16 a meno che non si facciano lezioni da 45 minuti per ridurre i tempi. «Si crea anche un problema didattico - spiega Stefano Sancandi, dirigente scolastico del liceo Primo Levi di Roma - sarebbe opportuno lasciare alle scuole la possibilità di decidere, in base alle necessità anche territoriali». Il liceo Primo Levi, nella Capitale, si trova vicino ad altre due scuole: l'istituto De Pinedo e il Peano. «Facendo entrare tutti alle 8 e alle 10 - spiega - con tre scuole abbiamo comunque creato due maxi ingressi. Sarebbe stato meglio darci la possibilità di organizzarci tra noi».