Il cappello scuro con la visiera, la piccola in braccio con i vestitini rosa poi ritrovati in uno dei cestini di Villa Doria Pamphilj, non lontano dai corpi di madre e figlia. Così avevano descritto Rexal Ford alcuni testimoni che lo avevano visto nei pressi del parco romano nella notte tra il sei e il sette giugno, giorno del ritrovamento dei cadaveri. E così appare il 46enne californiano fermato ieri in Grecia, a Skiathos, in una foto che risale al 5 giugno, pubblicata dal programma “Chi l’ha visto?”. La donna, che Ford diceva fosse sua moglie - i due potrebbero essersi sposati a Malta e anche la bimba potrebbe essere nata lì ma non vi è conferma al momento -, era già morta, forse uccisa da lui o forse solo occultata dall’uomo sotto a un cespuglio del parco, e il 46enne girava per la città con la presunta figlioletta di otto mesi, che di lì a poche ore avrebbe picchiato e ucciso, soffocandola, per poi abbandonarla a pochi metri dal corpo della mamma. Le reazioni violente di Ford, tra maggio e giugno, avevano fatto sì che la polizia lo fermasse e identificasse tre volte, due in compagnia della 30enne e l’ultima solo con la piccola. La donna, 29 anni, potrebbe essere ucraina o russa e non statunitense, come la polizia credeva in un primo momento, a fronte di due controlli in cui furono acquisite a voce le sue generalità senza verifica dei documenti perché la vittima non li aveva. Ma il nome fornito dalla donna, che aveva detto di essere americana come l’indagato, si è poi rivelato inesistente nelle banche dati statunitensi. Ed è ancora da verificare anche l’ipotesi di un matrimonio tra i due a Malta. Gli inquirenti stanno cercando tracce di un possibile certificato di nozze.