Padova. Le Mura tornano "vive" dopo cinque anni di restauri: ecco i percorsi

Lunedì 19 Febbraio 2024, 06:30 - Ultimo aggiornamento: 20 Febbraio, 10:28
Padova. Le Mura tornano "vive" dopo cinque anni di restauri: ecco i percorsi
di Mauro Giacon
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PADOVA - Sono il più grande testimone, maestoso e nobile, della storia della città. Sono le Mura, che dal Cinquecento con il sistema dei bastioni e delle casematte, dei torrioni e delle Porte, ci racconta la potenza di Padova. Si pensava fosse impossibile recuperare il maggior monumento cittadino, quasi invisibile, spesso dimenticato. Poi nel 2019 è partita la sfida, lanciata dal Comune, sostenuta dalla Fondazione Cariparo e sorretta da fondi pubblici come il Bando periferie o l’8 per mille destinato dalla presidenza del consiglio dei ministri. Dopo cinque anni il sogno di camminarci sopra, di passeggiare al loro fianco con la bicicletta, di visitarle dall’acqua così come apparirono ai nemici, si sta avverando.
Si è conclusa infatti la prima parte di un progetto di recupero che cinque anni fa era stimato in 29 milioni totali. Ha riguardato la salvaguardia e la restituzione alle visite della parte forse più spettacolare, quella a nord, che vediamo correre dai Giardini dell’Arena fino alla Stanga. Ma quello che ci aspetta è ancora più suggestivo. Il Piano è oggi nelle mani dell’assessore ai Lavori pubblici Andrea Micalizzi con cui abbiamo fatto il punto, insieme all’architetto Domenico Lo Bosco. Il primo stralcio da 9 milioni di euro è stato completato. Mancano i fondi solo per un tratto di circa 600 metri, da porta Ognissanti al Torrione Venier, dove l’illuminazione è già stata predisposta.

LA ROTONDA

Dopo i restauri dei Giardini e del bastione della Gatta, nella cappella sotto il serbatoio, in Primavera si riaprirà una delle stazioni di “Mura vive”, il progetto multimediale gestito dal Comitato Mura con il sostegno di Comune e Fondazione. Ce n’è un’altra al bastione Alicorno e una terza sarà a Porta Savonarola. Racconti multimediali e proiezioni sulle Mura stesse raccontano la nostra storia. E a proposito di restituzioni alla vita pratica, al Baluardo Moro II si fa già cinema estivo e teatro di strada.

LE CASEMATTE IN ARENA

L’operazione in assoluto più interessante è stata l’apertura, per ora solo per ispezioni tecniche e di studio, delle casematte del Bastione Arena, a seguito della scoperta fatta nel 2011 dal Gruppo Speleologico e il Comitato Mura. Dopo 500 anni sono tornate alla luce le gallerie dove si posizionavano i cannoni. Ora manca solo una scala che abbia una pendenza percorribile a tutti, oggetto di un confronto da sviluppare con la Soprintendenza dal momento che sarebbe posizionata nel cuore dei Giardini.

GOLENA SELVATICO

Proseguendo verso il Bastion Piccolo, il restauro del Selvatico porterà anche alla costruzione di una pista ciclopedonale fino al Portello. Il complesso più antico infatti è stato costruito su uno un tratto delle Mura, mentre l’ampliamento degli anni ‘50 e il prefabbricato si trovano sulla golena del Piovego. La Mura saranno pulite, lo spazio in golena risagomato, eliminate le alberature pericolose e quel tratto tornerà visibile e usufruibile tramite una gradonata. Progetto già finanziato dal Pnrr.

L’APPRODO FLUVIALE

Nell’ambito della creazione del Parco Tito Livio al posto dell’ex piazzale Boschetti è stato già predisposto e sarà realizzato quest’anno un approdo fluviale che sarà uno di quelli previsti con Golena S. Massimo, giardini Arena e alle Porte Contarine. Il progetto dell’ingegner Marco Forese concordato con Soprintendenza e Genio civile prevede che con dei piccoli barchini elettrici a noleggio si possa fare il giro delle Mura.

GOLENA S. MASSIMO

È senza dubbio la parte più spettacolare perchè è stato aperto il camminamento di ronda con una struttura in acciaio fra il Torrione Castelnuovo e il Torrione Buovo anche se manca ancora un pezzo di camminamento. Ai primi di marzo verrà installata una scala per dare continuità al percorso. Resta ancora interdetta per inagibilità la galleria fra Torrione Venier e Torrione Castelnuovo, si può già invece percorrere per un tratto di 200 metri la galleria di soccorso che collega il Castelnuovo al Portello vecchio.
E qui arriva la sorpresa. In quell’area c’è il ponte delle Gradelle oggi chiuso. Ma sarà sistemato e percorribile in futuro quando il Comune avrà finito il restauro dell’edifico a “L” che si trova nel complesso dell’ex Macello, destinandolo a sede di alcune associazioni (spesa 545mila euro). Mentre l’assessore Colasio sta studiando il ripristino funzionale di tutta l’area favorita dal fatto che la Fondazione sistemerà i due edifici all’ingresso.
A quel punto è evidente il collegamento con il parco del Giustinianeo dove verranno abbattute le cliniche sui bastioni e ripristinato un percorso verde che lo attraverserà esaltando i bastioni ma permettendo anche di arrivare fino a Pontecorvo in un’isola rinnovata con la nuova sistemazione in corso.

PARCO S. BENEDETTO

È un salto dalla parte est a quella ovest delle Mura ma serve per capire che il cerchio si sta chiudendo. Il masterplan di sistemazione dell’area dell’ex caserma Prandina prevede la creazione di un polmone verde collegato direttamente alle Mura con la chiusura di via Orsini e una pista ciclabile in partenza da piazza S.Giovanni che attraverserà tutta l’area fino in corso Milano. La richiesta del Comitato Mura è di sistemare il tratto dell’ex Bocciodromo e dell’ex Green tennis che permetterebbe di partire a piedi o in bici per circumnavigare due terzi della cinta. Il Comune ha messo in programmazione 150mila euro.

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