Tutto in un giorno, tutto in diretta. Giorgia Meloni parla dall'Aula dei Gruppi parlamentari della Camera dei deputati, quasi tre ore tra domande e risposte, senza tentennare né svicolare. Ed è così che, dopo mesi di supposizioni, indiscrezioni, ipotesi, tutto diventa più chiaro. La presidente del Consiglio dei ministri, leader del partito che in Veneto è arrivato primo sia alle Politiche del 2022 che alle Europee del 2024, dice sostanzialmente quattro cose. La prima è che Luca Zaia non sarà ricandidato alla presidenza della Regione del Veneto. La seconda è che si voterà quest’anno, non ci sarà il rinvio delle elezioni regionali alla primavera 2026. La terza è che il suo partito, Fratelli d’Italia, ha tutto il diritto di chiedere - e chiederà - il candidato governatore del Veneto. La quarta è una bacchettata a chi continua a esternare sulla stampa. E quel passaggio in cui cita chi finisce sui giornali dicendo sempre “io-io” e sottolinea che «non è il modo giusto di procedere», suona come un richiamo trasversale. Ai leghisti, a partire dal governatore Zaia. Ma anche ai suoi.
Zaia: «Terzo mandato? La partita non è chiusa»