Irpef e taglio cuneo, i dati Bankitalia
«L'aumento è attribuibile per due terzi all'esonero contributivo, per la restante parte alle modifiche dell'Irpef», ha precisato. «Le famiglie tra il secondo e il sesto decimo della distribuzione del reddito disponibile equivalente beneficerebbero degli aumenti di reddito più cospicui (fino al 2,3%). Gli incrementi sarebbero più contenuti nei decimi di reddito più alti della distribuzione. Gli interventi contribuirebbero a una lieve riduzione della disuguaglianza dei redditi disponibili equivalenti (l'indice di Gini diminuirebbe di 0,3 punti percentuali)».
«I provvedimenti in discussione si rifletterebbero sugli incentivi monetari degli individui e potrebbero modificare il comportamento di alcuni di essi. Per il complesso dei contribuenti con redditi da lavoro le aliquote marginali effettive si ridurrebbero in media di quasi 3 punti percentuali. Al tempo stesso, si accentuerebbero le irregolarità nel loro andamento in prossimità di due soglie di reddito. Per effetto della decontribuzione - ha spiegato -, il profilo delle nuove aliquote marginali effettive mostrerebbe un primo picco per i dipendenti con redditi annui intorno a 25.000 euro e un secondo picco, più marcato, intorno a 35.000 euro: in quest'ultimo caso, molti contribuenti sarebbero soggetti ad aliquote marginali superiori al 100 per cento».