Ferragosto sottotono per Versilia e Sardegna, sold out il litorale romano. I divieti e il caro prezzi: dalla benzina al pranzo in casa

Martedì 15 Agosto 2023, 13:19 - Ultimo aggiornamento: 18:40

Caro prezzi, dal carburante ai beni di prima necessità

È l'estate dei rincari: complici i prezzi dei carburanti che surriscaldano i prezzi dei beni di prima necessità (oltre l'80% delle merci viaggia su gomma in Italia) tutti i listini segnano rialzi, spesso a due cifre. Una situazione difficile che spinge il segretario generale della Cisl, Luigi Sbarra, a chiedere una controffensiva per contrastare il carovita, introducendo anche «un contributo di solidarietà su realtà che in questi anni hanno avuto fatturati d'oro», sul modello della tassa sulle banche. A fare i conti le associazioni dei consumatori: dal caro-prezzi nulla si salva, nè il pranzo di Ferragosto, nè le vacanze in Italia. E, appunto, i prezzi della benzina e degli altri carburanti, che ormai in autostrada hanno abbondantemente superato i 2 euro al litro e tra esodo e controesodo continuano a salire. Ne approfittano chiaramente i Paesi concorrenti: nel Belpaese i prezzi dei servizi turistici sono più cari fino ad oltre il 240% e quindi i connazionali si spostano dove, ad esempio, una cena di pesce costa la metà, circa 20 euro. Risultato: calo delle presenze italiane in Italia del 30%. Non si salva neanche il pranzo di ferragosto con rincari che alla fine segneranno un maggior esborso per le famiglie di 330 milioni. E questo anche se decideranno di restare a casa ed evitare il ristorante per risparmiare. Insomma, secondo il noto chef Gianfranco Vissani, sarà «un ferragosto sottotono»: «Le famiglie italiane soffrono la situazione economica, fare spesa è diventato un lusso e poi mancano gli stranieri che arrivavano dall'est Europa e in particolare i russi». Le voci che aumentano sono più o meno tutte con una stangata in arrivo in autunno di circa 1.600 euro in più tra mutui, assicurazioni e corredo per la scuola. La provocazione del premier albanese Edi Rama, che nei giorni scorsi ha pubblicato sui social una foto dove si mette a confronto la folla di italiani che arriva in Albania per trascorrere le vacanze estive con gli sbarchi via mare in Italia degli anni '90, trova riscontro nei dati pubblicati da Consumerismo No profit: «mettendo a confronto 6 note località di mare albanesi con altrettante destinazioni balneari italiane, si scopre che nel nostro Paese le tariffe minime delle strutture ricettive risultano più care in media del +130% rispetto all'Albania, con punte del +248% per gli hotel di alta categoria». L'indagine rileva come l'Albania sia più conveniente anche sul fronte della ristorazione: un pasto completo a base di pesce costa infatti in media nei ristoranti albanesi tra i 20 e i 25 euro a persona, contro i 45/65 euro dell'Italia. «Gli abnormi rincari praticati da alberghi, stabilimenti balneari, ristoranti e servizi turistici in Italia stanno modificando profondamente le scelte degli italiani. - spiega il presidente di Consumerismo, Luigi Gabriele - Non è certo un caso se si registra un calo del 30% delle presenze di connazionali presso le principali località balneari».

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