Domani potrebbe essere la volta buona. Il Ccnl del comparto Sanità, che riguarda più di mezzo milione di lavoratori, tra infermieri, tecnici e personale non dirigenziale, relativo al triennio 2022-2024, è scaduto da ormai sei mesi, ma adesso, dopo tre tentativi falliti, l'ultimo dei quali il mese scorso, la firma è possibile. Il fronte del no si è spaccato in occasione della riunione del 27 maggio e così Cgil e Uil, che chiedono maggiori risorse per garantire aumenti in busta paga più consistenti rispetto a quelli prospettati dall'Aran, l'agenzia che tratta i rinnovi dei Ccnl pubblici con le parti sociali, hanno perso la “maggioranza” al tavolo negoziale. A fare da ago della bilancia in questa trattativa è il piccolo sindacato degli infermieri Nursing Up, che alle ultime elezioni della rappresentanza sindacale unita ha raccolto circa il 6% dei voti. Il sindacato Nursing Up due settimane fa si è detto pronto a sottoscrivere il contratto anche in assenza di risorse aggiuntive, ma a patto che venga riconosciuta agli infermieri over 60 l'esenzione dai turni notturni e di pronta disponibilità. In ballo ci sono aumenti medi lordi mensili pari a 172 euro.
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