Ironica, energica, trascinante. Il Sanremo di Bianca Balti, che era già stata all'Ariston sotto la direzione artistica di Fabio Fazio, è un inno alla vita.
Senza parrucca ma con un grande sorriso
«Non voglio che finisca questo momento. Che emozione incredibile Sanremo». Bianca Balti sprizza euforia sul palco dell'Ariston quando entra in un abito vaporoso di piume celesti. Senza capelli dopo la chemioterapia e con la scelta di non coprirsi la testa con una parrucca. È la prima volta che si mostra così pubblicamente. Indossa, però, il migliore sorriso a sua disposizione illuminando tutto il teatro.
La sfida con Malgioglio
La seconda serata vede come co-conduttori Cristiano Malgioglio, Nino Frassica e Bianca Balti. La modella, che entra in scena prima del compagno di viaggio, scherza con Conti: «Grazie Carlo per avermi fatto uscire prima di Malgioglio, perché saprete che le piume le ha copiate da me». «Sarà una bella gara di look» risponde il direttore artistico, che verso la fine della trasmissione conduce il quiz "Chi è più glamour?". Malgioglio e Balti tra di loro si divertono e regalano anche un bel momento quando ballano un valzer.
Guerriera? No, grazie
Carlo Conti la fa entrare sul palco sottolineando il coraggio e la forza della top model, che in questi mesi sui social ha mostrato la sua battaglia contro un cancro ovarico. Dice: «Una mamma, una modella e in questo momento soprattutto una guerriera». Il direttore artistico rincara la dose di complimenti: «Sei un esempio per le donne, forte». La sua riposta? «Noi donne siamo sempre un grande esempio per gli uomini».
Mostra la cicatrice
Bianca Balti elimina ogni filtro sul racconto che fa del cancro. Nell'ultimo cambio d'abito della serata da co-conduttrice, si mostra con un abito aperto sul ventre e sulle spalle, che lascia scoperte i segni degli interventi subiti. Dopo aver abbracciato Rose Villain, pronta a cantare "Fuorilegge", nelle riprese delle telecamere si vede la cicatrice sulla pancia e quella sul petto causata dal porter per le infusioni della chemio.
