Per combattere il focolaio in provincia di Latina di West Nile, l’arbovirosi trasmessa dalle zanzare, cominciano le operazioni di disinfestazione.
Meccanismi
La catena del contagio, per quanto riguarda il West Nile, è questa: prima circola tra gli uccelli, anche quelli migratori, poi arriva alle zanzare tramite le punture, infine all’uomo (ma anche ai cavalli). «Per il West Nile - dice d’Alessio uno specialista che si occupa di questo tema all’Istituto zooprofilattico sperimentale dell’Abruzzo e del Molise “G. Caporale” - nel nostro Paese la Culex pipiens è il vettore principale. In Italia abbiamo almeno 65 specie di zanzare, ma ovviamente la grande maggioranza non porta malattie. La Culex può trasmettere anche l’Usutu». Invece, l’Aedes albopictus, che comunemente chiamiamo “zanzara tigre” e che, al contrario della Culex, ci perseguita anche di giorno, può trasmettere Dengue e Chikungunya da uomo a uomo (in teoria anche Zika, ma per ora in Italia non ci sono mai stati casi autoctoni). Ieri l’Istituto superiore di Sanità ha confermato che al momento, in totale, in Italia abbiamo 10 casi di West Nile (oltre ai sette laziali, ve ne sono in Veneto, Emilia-Romagna e Piemonte), mentre il Ministero della Salute, ha diffuso una circolare in cui, soprattutto nella zona del focolaio di Latina, mobilita i medici di base. Spiegano al Ministero: «La circolare operativa prevede che sia rafforzata la sorveglianza clinica umana, in particolare nei territori con circolazione virale documentata, e sensibilizzati i medici di famiglia, pediatri e specialisti per l’identificazione tempestiva dei sintomi sospetti». Ai cittadini viene ricordata l’importanza dell’adozione di «delle misure preventive: repellenti, abbigliamento protettivo, zanzariere e sistemi ambientali di controllo, eliminazione di possibili focolai larvali come ad esempio sottovasi, contenitori d’acqua, fontane non trattate». Operativo il numero telefonico informativo 1500. Ieri mattina il Comune di Latina ha convocato una riunione operativa alla quale hanno partecipato anche i rappresentanti dell’Asl: il sindaco ha emanato un'ordinanza dedicata al contrasto del virus West Nile. Dal Simit (Società Italiana di Malattie Infettive e Tropicali) ricordano che è importante proteggere anziani e fragili, vale a dire coloro che hanno un sistema immunitario più debole e dunque più a rischio in caso di contagio. Va ricordato sempre che l’80 per cento dei casi è asintomatico, il 19 ha sintomi molto lievi. Dice la professoressa Miriam Lichtner, infettivologa Simit e ordinaria di Malattie Infettive e Tropicali alla Sapienza: «Occorre intercettare subito i casi sospetti con screening mirati, specialmente nei pronto soccorso e dai medici di medicina generale. I casi individuati rappresentano solo la punta dell’iceberg, poiché la maggior parte delle infezioni decorre in modo asintomatico. Il virus del West Nile non ha una cura specifica codificata. Il trattamento è sintomatico e di supporto: idratazione, controllo della febbre, monitoraggio delle funzioni vitali del paziente. Nei casi più gravi si possono utilizzare immunoglobuline e antivirali utilizzati per altri virus, come il remdesivir. La diagnosi precoce e la prevenzione sono i principali strumenti che abbiamo per contenere l’infezione». Ma perché la disinfestazione parte solo ora? Spiega il dottor D’Alessio: «In Italia, per il West Nile, c’è un sistema di sorveglianza per cercare il virus in uccelli e zanzare. Per il controllo delle zanzare si agisce preventivamente sui focolai larvali. Ma per la disinfestazione sulle zanzare adulte bisogna essere prudenti, agire solo dove è necessario. Eccedere rende i prodotti utilizzati inefficaci: le zanzare sviluppano mutazioni che consentono loro di resistere».