Vaccino ai bimbi di 5-11 anni. Bassetti: «Via libera senza indugi». Vaia: «È troppo presto»

Martedì 21 Settembre 2021
Vaccino ai bimbi di 5-11 anni. Bassetti: «Via libera senza indugi». Vaia: «Aspettiamo, troppo presto»
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Il tema delle vaccinazioni resta al centro del dibattito scientifico, anche in relazione all'immunizzazione dei più piccoli, dopo l'annuncio delle aziende Pfizer-BioNTech che il vaccino per la fascia pediatrica 5-11 anni si è dimostrato sicuro sulla base dei primi risultati degli studi clinici. La possibilità di un'estensione ai più piccoli fa infatti discutere in particolare dopo la dichiarazione di Francesco Vaia, direttore dell'Istituto Spallanzani per il quale «è ancora troppo presto.

Non ci sono indicazioni univoche della comunità scientifica per vaccinare i bambini, questa popolazione così sensibile.

Dobbiamo evitare di rincorrere i comunicati stampa delle aziende. Il buon senso dice: aspettiamo sospendiamo, vediamo. Se le autorità regolatorie internazionali e nazionali approveranno il vaccino e si prenderanno la responsabilità, allora sì. Sono un fortissimo sostenitore del vaccino - ha concluso - ma non è una pozione magica».

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Vaccino ai bimbi, il dibattito 

Molti gli esperti invece più apertamente a favore. «Non c'è nessuna corsa, ma solo l'auspicio di poter disporre del vaccino per i più piccoli appena le autorità regolatore riterranno di poterlo validare», afferma Alberto Villani, Direttore Dipartimento Emergenza, Accettazione e Pediatria Generale del Bambino Gesù, e già presidente della Società italiana di pediatria (Sip). «Per la tutela della salute dei soggetti in età evolutiva è fondamentale poter disporre di un vaccino validato dalle autorità regolatorie. Bambini e adolescenti sono colpiti in maniera meno violenta da questo terribile virus, ma purtroppo possono morire (numerosissimi i casi in India, Brasile, USA) o avere forme gravi (MIS-C). Tutti i Pediatri, in particolare quelli impegnati con i casi gravi o deceduti, auspicano di poter disporre del vaccino contro il Sars-CoV-2 prima possibile», spiega Villani.

Si dice d'accordo con la vaccinazione dei bambini il sottosegretario alla Salute Andrea Costa, pur precisando che bisogna attendere la valutazione delle agenzie regolatorie e dell'Aifa. Anche secondo Guido Rasi, consulente del commissario all'emergenza Francesco Figliuolo, «stiamo vedendo, già negli Stati Uniti, che la variante Delta attacca pure in età pediatrica» e «sarà indispensabile vaccinare anche i bambini di questa età». I bambini, ha rilevato, «devono essere vaccinati contro Covid-19, innanzitutto per loro stessi, perché cominciano a esserci casi preoccupanti e c'è una fascia molto vulnerabile che va dai 3 agli 11 anni. E poi perché una popolazione è protetta se sono protette tutte le fasce».

Altro tema sotto stretta osservazione in termini di vaccinazione, terza dose e green pass è quello degli operatori sanitari. La situazione impone di tenere la guardia alta. In quest'ottica, la possibilità di una proroga dell'obbligo di vaccinazione per i sanitari risulta concreta, come annuncia il sottosegretario alla Salute Pierpaolo Sileri. «Quella del vaccino e quindi del Green Pass obbligatorio per i sanitari - chiarisce - è una norma pro tempore, perché non obbligheremo certo i nostri operatori sanitari alla vaccinazione eterna. Ô un momento di emergenza. La cosa più probabile è che in base alla circolazione del virus, in base al numero dei vaccinati verso la fine di novembre, metà dicembre, la norma venga prorogata».

 

Per quanto riguarda il personale sanitario non vaccinato è meno del 2%, ossia 35 mila persone, numero che «spero si riduca ulteriormente», ha aggiunto, parlando anche in prospettiva della terza dose per tutti, «ma lo dirà la scienza». E dall'Istituto superiore di Sanità arriva l'aggiornamento dei dati sui contagi tra gli operatori sanitari «in lieve aumento, ma si mantengono contenuti». La percentuale è dell'1,72%, nel periodo 31 maggio-12 settembre 2021, pari a 4.269, di cui 3.825 a partire dal 12 luglio scorso, calcolati sui casi totali della popolazione nel periodo considerato (248.396) per la fascia 20-65 anni. L'Iss ha dunque ricalcolato il dato della scorsa settimana di 0,02%. L'1,72%, spiega Patrizio Pezzotti, direttore del Reparto di Epidemiologia Iss, «non è di grande diffusione. Ci manteniamo cauti. Al momento non vediamo questa forte evidenza di un aumento dei contagi tra operatori sanitari».

Ultimo aggiornamento: 22 Settembre, 11:08 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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