Fedez e la malattia, l'oncologo: «Complicanza prevedibile. Ora la priorità è escludere una recidiva del tumore»

Giampaolo Tortora; le ulcere vicino alle zone di sutura sono abbastanza comuni ma vanno ricercate eventuali concause

Lunedì 2 Ottobre 2023 di Graziella Melina
Fedez e la malattia, l'oncologo: «Complicanza prevedibile. Ora la priorità è escludere una recidiva del tumore»

«Le emorragie possono far parte delle complicanze post operatorie anche tardive», spiega Giampaolo Tortora, direttore del Comprehensive Cancer Center del Policlinico Gemelli di Roma e ordinario di oncologia all’Università Cattolica.

Nei casi in cui non si tratta infatti di un problema legato alla recidiva della neoplasia, «il rischio di sanguinamento dovuto ad un’ulcera è probabile, visto che siamo in presenza di un tessuto molto sottile vicino all’area ricucita». 

Come mai si formano le emorragie? 

«Il fatto che ora Fedez abbia queste ulcere vicino alla zona di sutura può essere una delle conseguenze attese possibili di quando si ricuciono dei pezzi di intestino. L’intervento al quale è stato sottoposto prevede infatti che si tolga anche un pezzo di duodeno e, in questo caso specifico, sembra anche un pezzetto di intestino. È chiaro che si tratta di un tessuto molto friabile, sottile; dunque, è un esito possibile che si possa creare una piccola ulcera. Può succedere anche nei casi di un tumore neuroendocrino cosiddetto “funzionante”: in questo caso la neoplasia produce alcune sostanze che possono anche causare localmente una piccola ulcera. Ma il tumore è stato radicalmente rimosso a suo tempo». 

Fedez come sta? «Nuovo sanguinamento» per il rapper

L’intervento chirurgico non è risolutivo? 

«Se una neoplasia viene tolta radicalmente non ci dovrebbero essere cellule che producono queste sostanze. Quindi, anche in presenza di un tumore cosiddetto funzionante, l’intervento è radicale. Nel caso di Fedez, dunque, ammesso che la neoplasia originaria fosse pure di tipo funzionante, le ulcere non dovrebbero essere legate alla produzione di sostanze similormonali». 

Quindi i rischi legati al tumore sono scongiurati? 

«Se non ci sono altre problematiche, e se non si è in presenza di recidive, sì. In alcuni casi si pratica un trattamento farmacologico post operatorio con sostanze che inibiscono il recettore della somatostatina. Se la neoplasia neuroendocrina comparsa nel pancreas viene scoperta precocemente e non si manifesta in una forma aggressiva, intervenendo chirurgicamente la si rimuove radicalmente. L’intervento richiesto in genere però non è minimale e conservativo: Fedez ha ricevuto infatti un importante intervento, di duodeno-cefalo-pancreasectomia, simile cioè a quello che si esegue per altri tipi di tumore, come per esempio l’adenocarcinoma del pancreas, eseguito in modo eccellente da Massimo Falconi, uno dei migliori chirurghi in assoluto per questo tipo di chirurgia». 

 

Come si curano le ulcere? 

«Solitamente si interviene per via endoscopica e si tamponano cauterizzandole dall’interno. È chiaro che quando si forma un’ulcera in un tessuto così sottile il rischio di sanguinamento è probabile. Difficile dire oggi se l’ulteriore sanguinamento sia legato alle ulcere che sono state già cauterizzate, oppure se a distanza di poco tempo se ne è formata un’altra. L’importante è che non ci sia stata una recidiva. Dopo l’intervento in endoscopia, le ferite dovrebbero cicatrizzarsi. Solitamente questo processo avviene in tempi brevi, ma è difficile prevederlo con certezza, dipende dalla riorganizzazione del tessuto locale. È necessario però capire se ci sono concause, ossia eventuali problemi locali di tipo vascolare». 

Ultimo aggiornamento: 3 Ottobre, 00:14 © RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci